Una delegazione del Comitato Scientifico per la Ricerca sulla sigaretta elettronica in ambito di salute pubblica si è recata ieri presso il Ministero della Salute per consegnare la lettera indirizzata al Ministro Beatrice Lorenzin firmata da tutti i membri del Comitato: Umberto Veronesi (IEO – Istituto Europeo di Oncologia di Milano), Umberto Tirelli (Istituto Nazionale Tumori di Aviano), Riccardo Polosa (Università degli Studi di Catania), Fabio Beatrice (Società Italiana di Tabaccologia), Carlo Cipolla (IEO – Istituto Europeo di Oncologia di Milano), Jacques Le Houezec (Consulente di Sanità Pubblica a Rennes – Francia), Pasquale Caponnetto (Lega Italiana Anti Fumo), David Nutt (Imperial College di Londra), Mike Siegel (Boston University School of Public Health), Sally Satel (American Enterprise Institute), Kostantinos Farsalinos (Università di Patras) e Marcus Munafo (Università di Bristol).
La lettera, una delle principali azioni che il Comitato si era prefissato alla sua nascita che risale allo scorso luglio per iniziativa della LIAF – Lega Italiana Antifumo, è stata annunciata durante il seminario di divulgazione scientifica che ha avuto luogo oggi a Roma e a cui hanno preso parte, personalmente e in collegamento dalle proprie sedi estere, i membri del Comitato Scientifico coordinato dal Prof. Riccardo Polosa, la stampa specializzata a e alcuni rappresentanti dell’Intergruppo Parlamentare “Sigaretta Elettronica”.
Il Comitato Scientifico si rivolge al Ministro “in merito alle conseguenze non intenzionali che potrebbero derivare da future azioni legislative le quali limiterebbero il potenziale di salute pubblica di tali valide alternative alle sigarette convenzionali” affermando che “sono necessari approcci efficaci per contrastare rapidamente il tabagismo e ridurre il consumo di sigarette di tabacco. È giunta l’ora per le politiche di controllo del tabacco di andare oltre i soliti metodi di sensibilizzazione, prevenzione e cessazione totale del consumo di nicotina, per approcciarsi a un nuovo concetto di riduzione del danno del tabacco che dovrebbe essere seriamente preso in considerazione dalla comunità scientifica e dalle istituzioni. Soprattutto adesso che siamo prossimi ai negoziati della settima sessione della Conferenza delle Parti (COP7) organizzata dall’OMS, che si terrà a novembre a New Delhi, e in cui i rappresentanti di tutti i paesi del mondo si incontreranno per definire e rafforzare la battaglia globale contro le devastanti conseguenze causate dall’uso del tabacco”.
Le motivazioni che hanno spinto gli scienziati membri del Comitato a unirsi e a firmare questa lettera indirizzata al Ministro della Salute, sono stati anche l’argomento del seminario odierno: in primo luogo la riduzione del danno provocato dal tabacco come “parte della soluzione, non parte del problema: se le autorità preposte a definire le norme per la regolamentazione dei prodotti del tabacco continueranno ad applicare le stesse norme del tabacco alle e-cig e, contestualmente, considerare i prodotti contenenti nicotina a basso rischio come parte del problema, ridurranno il potenziale enorme di tali alternative” affermano gli scienziati. In secondo luogo la necessità di basare le politiche di controllo del tabacco e delle sigarette elettroniche, che non contengono tabacco, sulle evidenze scientifiche e di proporzionarle al rischio reale dei prodotti, così da sfruttare le potenzialità e le opportunità per la salute pubblica. “Non è un caso” si sottolinea nella lettera del Comitato Scientifico “che uno studio pubblicato nella rivista European Addiction Research ha dimostrato che le sigarette di tabacco sono molto più pericolose e che le elettroniche risultano per il 95% molto più sicure rispetto alle prime”.
Terzo, “le autorità di regolamentazione che sostengono misure basate sul solo principio di precauzione, potrebbero avere l’effetto indesiderato di implementare il consumo di sigarette convenzionali. Misure eccessivamente restrittive sulle e-cig possono proteggere le sigarette convenzionali dalla concorrenza di altri prodotti meno dannosi”.
Infine, “il problema legato al fumo è una delle sfide più importanti che i Governi di tutto il mondo si trovano ad affrontare. Serve” secondo il Comitato “un cambiamento rivoluzionario e lungimirante, che possa partire anche dalle numerose esperienze virtuose di altri Paesi d’Europa come il Regno Unito dove il Royal College of Physicians (RCP) di Londra ha dichiarato che le sigarette elettroniche non costituiscono una porta d’accesso al fumo per i non fumatori, perché l’uso della elettronica è limitato quasi esclusivamente a coloro che utilizzano, o hanno utilizzato, tabacco”.
Il Comitato Scientifico per la Ricerca sulla Sigaretta Elettronica in ambito di salute pubblica ha risposto oggi alle domande della stampa intervenuta e continuerà il proprio impegno nello studio e nella divulgazione scientifica sui principali aspetti sanitari e di impatto per la salute pubblica e per la lotta contro il fumo, che provoca ancora circa 700.000 morti l’anno in Europa.
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