Sanità e denari: lo strano caso dell’Asp Catania. La denuncia dello Snami


Pubblicato il 01 Agosto 2013

di Iena Crocuta

Nuova attività ultralegale della ASP di Catania. L’ l’Area Territoriale ha infatti iniziato ad inviare ai medici di assistenza primaria delle missive di contestazione di “prescrizioni inappropriate”, chiedendo in merito ai medici controdeduzioni, e, addirittura di addebito per iperprescrizioni di farmaci.La denuncia fatta a mezzo legale è attuata da Francesco Pecora, presidente SNAMI, sindacato autonomo medici di famiglia, sezione di Catania.

“Da tempo il sindacato – afferma Pecora – denuncia attività illegali ed inappropriate della dirigenza sanitaria, che continuamente, per fini poco chiari (saranno poi così poco chiari, o semplicemente non ancora comprovati? ndr) cerca di fare cassa “mettendo le mani” nelle tasche dei medici e minacciando prelievi coatti di ingenti somme di denaro che nemmeno gli enti statali hanno mai posto in essere senza il supporto di norme legislative ad hoc. Si legge nelle lettere indirizzate ai medici – continua Pecora – ai quali “sommariamente” e senza alcun diritto di replica si addebitano le “iperprescrizioni di farmaci”: “dall’esame è emerso che, …, la S.V. ha effettuato un’eccedenza prescrittiva, allo stesso e singolo assistito, che non trova alcun razionale giustificativo, concretizzandosi in una palese violazione delle note AIFA di riferimento. Di conseguenza si è ritenuto di dover addebitare alla S.V. l’importo relativo alle confezioni in eccedenza da Lei prescritte, tenendo conto del costo medio del farmaco nell’anno, nel caso di intervenute variazioni del prezzo della tipologia di farmaco in esame (scadenza del brevetto)”.

E’ molto strano che non solo si addebita senza alcun contradittorio al medico l’iperprescrizione, ma, addirittura, si recuperano somme di denaro evidentemente sproporzionate in relazione al presunto danno subito dall’ASP.Perchè, non ci si può non avvedere della giustizia sommaria che si pretende applicare? La prescrizione farmaceutica non deve certo rispondere “a una razionale giustificazione” ma esclusivamente all’esigenza terapeutica del paziente. Sotto tale aspetto, pertanto, la mancanza della giustificazione razionale della prescrizione potrebbe essere, viceversa, fornita dalla necessità del paziente di assumere quel farmaco in quelle quantità, anche in difformità delle “indicazioni e della posologia sull’uso appropriato della classe di farmaci in esame.”.Non solo. La stessa richiesta economica appare ingiustificata: sotto quale principio il medico può essere ritenuto responsabile del danno economico provocato all’ASP per aver dovuto sopportare il costo della quota di farmaco a proprio carico prescritto in eccesso? Ne consegue, senza ombra di dubbio che solo tale quota deve essere in ipotesi risarcita dal medico iperprescrittore.L’ASP, o chi per essa, non può lucrare sulle somme eventualmente erogate in eccesso, perchè il criterio utilizzato del costo medio del farmaco nell’anno, oltre che errato è anche del tutto arbitrario.L’Area Territoriale, infatti, sa bene, per averlo essa stessa ammesso, singolarmente quanti equali farmaci il singolo paziente abbia acquistato.Snami condanna i comportamenti antigiuridici di tutti i medici e non intende difendere o nascondere quei medici che si sono macchiati di violazioni di norme, ma vuole attirare l’attenzione sul metodo inquisitorio dell’Area Territoriale, che, in questa occasione, è pubblico ministero, tribunale ed esecutore, in spregio alle norme di legge e di accordo collettivo.La domanda dunque sorge spontanea: C’è forse un “progetto obiettivo” in questa operazione quasi poliziesca di recupero somme? E se così fosse, chi e perchè fa ciò? Certamente non è etico guadagnare denaro in questo modo inappropriato ed ingiustificato.Lo SNAMI, pur condannando, come già affermato, le pratiche contrarie alla legge da parte dei medici, pretende, tuttavia, che venga rispettata quella medesima legge che si intende violata, che siano rispettati gli impegni assunti dall’Azienda in sede regionale e locale, poiché non si rispetta la dignità ed i lavoro dei tanti medici di assistenza primaria che legittimamente, ogni giorno, nel rispetto della propria professionalità ed a benefico della salute dei propri pazienti, sottoscrivono prescrizioni farmaceutiche consapevoli del proprio importantissimo ruolo nei confronti dell’Azienda e della collettività.

  


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