Sanità e Giudiziaria, caso Nicole, casa di cura Gibiino: “basta false accuse”


Pubblicato il 13 Giugno 2015

“E’ nostro dovere chiarire una volta per tutte che non vi è stata alcuna messa in scena. La morte della piccola Nicole non è avvenuta nella nostra struttura sanitaria, come peraltro emerge in modo evidente dalla lettura della consulenza tecnica di parte”. Così i vertici della “Gibiino” sul caso della piccola Nicole.

“La casa di cura – ha spiegato il presidente del cda Calogero Gibiino – dice basta alle false accuse. Non possiamo più assistere in silenzio alla girandola di supposizioni, dichiarazioni avventate, diffusione di notizie infondate. Per tutelare l’immagine della struttura sanitaria e dei medici che vi operano, già seriamente compromessi da tali diffamazioni, abbiamo dato mandato ad un penalista. Gli abbiamo chiesto di tutelarci in tutte le sedi, perseguendo anche quanti hanno espresso ed esprimono giudizi a ruota libera palesemente diffamatori. Sul caso della piccola Nicole sarà la magistratura a fare chiarezza. Se emergeranno delle responsabilità ognuno ne risponderà personalmente.

Occorre però fermare questo diluvio di commenti e dichiarazioni a ruota a libera che non aiutano a fare chiarezza, ma solo a generare confusione e gettare fango sulla casa di cura, dietro la quale ci sono decine di dipendenti che hanno fatto e continuano a fare in modo scrupoloso il proprio lavoro. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Noi continueremo a fornire tutta la collaborazione necessaria per accertare la verità. Noi – ha ribadito Gibiino – attendiamo l’esito dell’indagine della magistratura, sul cui operato abbiamo fiducia e rispetto”.

Durante un incontro con i giornalisti, cui hanno preso parte anche l’avvocato penalista, Tommaso Tamburino, e il direttore amministrativo, Dario Pagano, i vertici della casa di cura hanno sottolineato che nelle settimane scorse sono stati evidenziati altri due casi di morti sospette, riportandoli alla ribalta dell’opinione pubblica in modo strumentale. “E’ bene ricordare – ha detto Tamburino – che i due casi sono stati archiviati dal gip e che i medici indagati, e la casa di cura, sono stati ritenuti esenti da colpe. Quanto alle rancorose dichiarazioni rese da un ex anestesista della casa di cura, va ricordato che il medico in questione, allontanato dalla struttura, ha avviato un’azione legale che si è conclusa a suo sfavore ed è stato condannato anche al risarcimento delle spese legali”.

La casa di cura ha, ancora una volta ribadito, che la scelta di una ambulanza privata non è stata frutto di una decisione errata o arbitraria, ma imposta da un decreto assessoriale che impedisce l’utilizzo delle ambulanze del 118 per le strutture private accreditate e impone l’utilizzo di mezzi privati che passano al vaglio degli ispettori preposti. I vertici della “Gibiino” hanno poi diffuso i dati relativi alla mortalità durante la nascita, evidenziando che in Italia è di 2,2 ogni mille nati. In Sicilia il dato sale a 3. La casa di cura Gibiino, tra il 1998 e il 2015, ha avuto solo due casi su 12.320 nascite, uno dei quali quello di Nicole.

Quanto ai tagli cesari: in Italia l’incidenza è del 28% e in Sicilia oltre il 40%. Nella casa di cura nel 2014 hanno inciso per il 24%.

Il presidente del cda e il direttore amministrativo hanno ribadito di essere profondamente addolorati per quanto accaduto. Hanno ancora una volta sottolineato che sin dal primo momento hanno provato ad avvicinare la famiglia ma vi è stato un netto rifiuto che è stato compreso e accettato.

“Ci auguriamo – hanno concluso Gibiino e Pagano – che la magistratura faccia al più presto chiarezza su quanto accaduto. Abbiamo sempre svolto con grande attenzione, professionalità e rispetto delle normative vigenti il nostro lavoro e continueremo a farlo, con la dedizione e la responsabilità di sempre”.


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