Sanita’ italiana, “eppur qualcosa si muove”, il giudice ordina: “continuate le cure con la metodica Stamina sulla piccola Celeste”

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Importante decisione del magistrato veneziano Margherita Bortolaso. Il caso di una bimba gravemente ammalata. L’impegno del dott. Marino Andolina (nella foto) che parla di apertura di “una strada di speranza”.Intanto, pubblichiamo anche la lettera –resa nota da “Sicilia Risvegli Onlus”- al Pm Guariniello su un’altra drammatica vicenda….

di iena sanitariaIl giudice veneziano Margherita Bortolaso ha ordinato all’ospedale di Brescia di continuare le cure con la metodica Stamina sulla piccola Celeste. Lo ha annunciato Marino Andolina, il pediatra della piccola veneziana. Il giudice del tribunale del lavoro si era riservato la decisione definitiva in merito al ricorso d’urgenza del papà di Celeste per far riprendere le cure compassionevoli con cellule staminali alla bimba di due anni malata di atrofia muscolare spinale.

I genitori della piccola hanno presentato ricorso al tribunale di Venezia contro il provvedimento dell’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) che aveva ordinato al Civile di sospendere le cure della ‘Stamina foundation onlus’ per presunta irregolarità strutturale e igienico-sanitaria del laboratorio. La cura per Celeste potrà continuare terminando così il ciclo di cinque infusioni previste.

“Soddisfazione” da parte del dott. Andolina. Il medico ha detto di ritenere che il giudice “abbia aperto una pagina fondamentale: in Italia ci sono mille pazienti che attendono questa cura e per loro ora si apre una strada di speranza

Un altro caso di cui ci siamo occupati ha visto un’iniziativa dei genitori. Ecco il testo della missiva inviata al magistrato di Torino:

“Per il PM di Torino Raffaele Guariniello

Sono Giuseppe Camiolo,papà della piccola Smeralda, bimba di 17 mesi in coma sin dalla nascita a causa di un gravissimo trauma cerebrale subito durante il parto.La nostra bambina era una bambina SANA e purtroppo ci siamo dovuti rivolgere alla giustizia per capire e dimostrare le responsabilità e i perchè del gravissimo danno subito dalla bimba.Questa premessa è doverosa per far capire quanto tutti noi siamo già provati e avviliti nel ritrovarci in una situazione assurda con una figlia in disperate condizioni.Abbiamo trovato nella cura “compassionevole” a base di cellule staminali mesenchimali, ricavate da un prelievo fatto sulla stessa bambina, l’unica possibilita’ di migliorare quanto meno le condizioni di vita di Smeralda.Sottoposta a 2 dei 5 cicli previsti ha dato segnali di piccoli miglioramenti, certificati dai medici che tengono in cura la bimba, quali la possibilità di restare senza respiratore per oltre 72h, miglioramento del tono muscolare e della rigidità dovuta alla sofferenza cerebrale, abbondante lacrimazione e movimenti spontanei.Sappiamo che tutto ciò è nulla quando si pensa ad una vita “normale” ma per una piccola creatura il cui destino pronosticato sarebbe la morte o la vita da vegetale su un lettino 24h, qualunque piccolo passo è da considerarsi una vittoria e una speranza in più per noi familiari.Nè il Prof.Davide Vannoni nè il Dott.Marino Andolina ci hanno mai chiesto denaro nè “donazioni”, hanno addirittura presenziato e gestito il prelievo dello stroma osseo pagandosi traferta e tempo investito.Sono invece stati gli unici che hanno creduto in Smeralda e nella possibilità di darle una speranza!Ci siamo rivolti ad un Ospedale PUBBLICO, tra l’altro tra le “eccellenze” in Italia e abbiamo trovato competenza e professionalità in entrambe le permanenze di Smeralda presso Spedali Civili di Brescia.Abbiamo trovato efficenza e professionalità nel personale del 31° stormo che ha curato il trasporto in sicurezza della bimba, abbiamo trovato in tutti la voglia di aiutare una piccola bambina sfortunata!Fermare le cure per Smeralda, come per tutti gli altri pazienti, è un attentato alla sua già provata vita.Non è concepibile che si faccia iniziare una terapia e a metà dell’opera si blocchi la stessa dicendo che è poco sicura e addirittura pericolosa, i controlli si fanno prima e non durante. In ogni caso dovremmo guardare ai risultati, ribadisco “certificati”, e non perdere tempo in battaglie legali che ci distolgono dal bene primo e cioè dal provare a salvare la vita dei nostri congiunti.I fatti del 2009 è giusto che vengano “discussi” davanti ad un giudice ed una corte ed essendoci 3 gradi di giudizio credo che il condizionale sarebbe quanto meno doveroso da usare quando se ne parla, ad ogni modo sono “fatti” che nulla hanno a che vedere con Brescia 2012, dove si parla di una struttura pubblica, dove si parla di un accordo a norma di legge(DM Turco/Fazio 2006) dove nessuno dei pazienti ha ricevuto richieste di denaro e sopratutto dove si lavora e si crede che possa esserci una speranza per tutti noi.

Giuseppe e Valeria Camiolo”

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Redazione Iene Siciliane

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