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Sanità “pubblica”, Catania: ospedali in disuso, monta la protesta
Pubblicato il 21 Novembre 2020
Monta la protesta in merito alla gestione della difficile situazione sanitaria, un’azione simbolica della rete “Sanità al collasso. Riattivare il Vittorio Emanuele” che per domenica ha indetto una fiaccolata, in via plebiscito, davanti l’ingresso dell’ospedale.
Proprio al Vittorio Emanuele stamattina sono state simbolicamente sostituite le targhe dei padiglioni utilizzabili: con la scritta “Questo potrebbe essere un Covid Hospital” ed attaccati alcuni cartelli sulle carenze di posti letto e personale medico.
Il messaggio arriva da medici e infermieri ed è rivolto principalmente all’ assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che a marzo scorso aveva dichiarato mezzo stampa di voler lavorare al ripristino degli ospedali in disuso.
“Cosa si è fatto da quel giorno? A Catania sono ben 4 gli ospedali che negli scorsi anni sono stati dismessi o radicalmente depotenziati: Ferrarotto, Santa Marta, Santo Bambino e proprio il Vittorio Emanuele.” dichiara Sara, nome di fantasia, per via del timore di rischiare di avere problemi a lavoro.
Lei è attiva nella costruzione della rete sin dall’inizio e continua: ” A Catania, una palazzina dell’ex ospedale “Vittorio Emanuele” sembrava essere la scelta favorita, infatti, la struttura non si è deteriorata dopo la chiusura e ha stanza dotate di ossigeno e una sala operatoria ancora sfruttabile anche come terapia intensiva . “
Daltronde proprio in queste settimane sono ripetuti gli appelli dal mondo della sanità in difficoltà.
Continuano gli organizzatori: “E’ il momento di schierarsi concretamente al fianco di tutti noi operatori e operatrici sanitari che da tempo ormai denunciamo una pessima gestione del Sistema Sanitario e che chiediamo interventi senza essere ascoltati.”
Concludono infine:”Abbiamo indetto una fiaccolata per domenica 22 novembre per ripristinare alcuni concetti chiave: rinforzare la sanità pubblica, renderla sempre più accessibile e vicina alle persone, fermare lo smantellamento del sistema sanitario e le continue privatizzazioni. e per riattivare gli ospedali in disuso.”
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