Scandalo Iacp Catania: la spudorata difesa, a mezzo stampa, dell’imputato direttore generale Santo Schilirò Rubino


Pubblicato il 03 Dicembre 2011

Dopo la notizia di ieri, da noi anticipata, del rinvio a giudizio del direttore generale dello Iacp di Catania e di altre 10 persone per la presunta malagestione dell’Ente, stamani tutte le agenzie di stampa hanno riportato la notizia. In particolare, il giornale “La Sicilia”, oltre a dare la notizia ha anche pubblicato una nota di difesa dell’imputato direttore, Santo Schilirò Rubino.

Nella nota egli ribadisce la sua estraneità ai fatti, “…frutto di iniziative tutte a sfondo politico” chiosa, prima di avventurarsi in tutta una serie di improbabili giustificazioni che alla luce dei riscontri verificati dalla magistratura appaiono quantomeno grottesche. Anche a questo serve il monopolio dell’informazione: quando il sistema di Potere, con le sue componenti, viene –in qualche modo- toccato da un’ombra arriva il giornale di Ciancio. A difenderlo.

Il direttore afferma che le “nefandezze” di cui si sarebbe macchiato si riferiscono:1) “Al ritardo nell’inserimento nel Protocollo Informatico di alcune note di servizio interno, senza che ciò abbia comportato vantaggio o danno per alcuno”.Falso. Le note contestate dalla Procura sono di una gravità inaudita: una si riferisce ad una missiva di Schilirò avente ad oggetto direttive in ordine al contenzioso con gli assegnatari di alloggi in via Del Falcetto. Schilirò, manipolando il protocollo, faceva risultare di avere inviato le direttive due anni prima, tentando così di scaricare le responsabilità della sua inattività sull’ignaro servizio legale dell’ente.La seconda nota -per la cui vicenda Schilirò non è indagato- si riferisce ad un’altra manipolazione del protocollo generale, con la quale, alterando con la solita tecnica le date, veniva consegnato un alloggio destinato alle emergenze abitative, sito nella rinomata zona di piazza Risorgimento, ad una famiglia che non aveva i necessari requisiti.

2) “Ad una locazione a mio figlio (atti per i quali il sottoscritto si è astenuto) di un immobile commerciale fatiscente…per il quale il conduttore ha anticipato di tasca propria spese di ripristino…”.Falso anche questo. Innanzitutto il locale commerciale in questione si trova in pieno centro storico a Cibali, motivo per cui, ancora prima di assegnarlo in locazione al figlio, lo Schilirò personalmente aveva provveduto a richiedere tramite l’Agenzia del Territorio, il prezzo di acquisto, dato l’interesse che coltivava sullo stesso. Quindi alterando, con artifizi e raggiri, il regolamento di contabilità dell’ente, autorizzava illegittimamente (con la complicità di un altro imputato (la responsabile del servizio contabilità d.ssa Adele Fiorello) una spesa a carico dell’ente per il ripristino del suddetto locale pari a € 25.072,42 , procurando così al figlio Ettore un ingiusto profitto.

3) In merito “alle procedure seguite per l’assegnazione di alcuni alloggi di edilizia pubblica”, Schilirò afferma che sono state espletate le regolari procedure e che gli alloggi in esubero sarebbero stati assegnati previa segnalazione dei nominativi da parte dei sindacati inquilini, “…al fine di evitare una imminente occupazione abusiva. Altro che amici e parenti!”.Qui lo “slancio” di spudoratezza e di indecenza di Schilirò raggiunge l’apice: con un clamoroso autogol afferma tutto e il contrario di tutto. Dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dai documenti comprovanti l’assoluta manipolazione delle assegnazioni è emerso inequivocabilmente che le persone a cui sono state assegnate le case erano totalmente sprovviste dei necessari requisiti e sulle quali non sono state fatte deliberatamente le necessarie verifiche, provocando alle stesse, intenzionalmente, un ingiusto vantaggio patrimoniale. Tra esse figurano ben due dipendenti dello stesso Istituto per i quali è quantomeno imbarazzante affermare che non si era a conoscenza del fatto che fossero già proprietari di case! A riprova di tutto ciò e a dimostrazione dell’assoluta malafede del direttore, giorno 8 novembre scorso (due giorni prima dell’udienza preliminare…), sono state emesse dallo stesso, con un colpevole ritardo di anni, i provvedimenti di revoca degli alloggi in questione con l’intimazione di rilascio entro 60 giorni, cioè una clamorosa ammissione di colpa di cui il direttore ha accuratamente omesso di parlare nella sua precipitosa, quanto fuori luogo, nota di difesa a mezzo stampa.

Alla fine, cosa dire, questo è l’ente diretto da molti anni da Santo Schilirò Rubino, oggi imputato per truffa, falsità ideologica e abuso d’ufficio presso il Tribunale di Catania. Per lo stesso ente un rapporto della Procura della Repubblica inviato di recente alla Procura della Corte dei Conti di Palermo indica un danno erariale di almeno trenta milioni di euro.

Pubblichiamo mestamente i dati di una recente ricerca:DA SERGIO RIZZO PER IL CORRIERE DELLA SERA in data 12 Maggio 2009″La notizia è dentro una ricerca fatta dal Censis e Federcasa con Dexia Crediop: alle case popolari di Catania chi paga l’affitto è una mosca bianca. La morosità aveva raggiunto nel 2006 il 92,5%. Su 8 milioni 617.680 euro di canoni lo Iacp del capoluogo etneo ne aveva incassati in un anno intero 644.376. Una miseria. Soprattutto considerando il costo medio dell’affitto: 67 euro al mese. Una situazione oltre i limiti dell’incredibile, che non si spiega soltanto con l’abusivismo dilagante, ai livelli più alti d’Italia. Su 10.003 alloggi popolari, a Catania ce ne sono 2.386 occupati abusivamente. È il 23,9% del totale. Un record nazionale …….”

Eppure, allo stesso Schilirò il quotidiano “La Sicilia” di oggi, 3 dicembre 2011, consente ampio spazio per una difesa che appare ridicola rispetto alla enormità degli addebiti contestati allo stesso.Nonostante la mancanza di alcun intervento volto a ridurre l’occupazione abusiva di ben 2.386 alloggi, lo stesso ha il coraggio (e la faccia tosta) di dichiarare di avere assegnato alloggi a chi (come risulta dalle indagini) nei fatti non aveva diritto “al fine di evitare una imminente occupazione abusiva”!Ulteriori commenti ci sembrano inutili. Ricordiamo che l’Istituto Autonomo Case Popolari -lo dice lo stesso nome- è nato proprio per servire bisogni collettivi, bisogni di povera gente. Non interessi di pochi.Ci auguriamo che i poteri forti che governano questa povera Sicilia e la nostra disastrata Catania abbiano, se non il senso di responsabilità, almeno il buon gusto di sospendere cautelarmente l’imputato direttore Schilirò al fine di evitare il default definitivo, economico e di immagine, dello Iacp di Catania.

iena benanti


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