di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
SCATTA L’ORA LEGALE PER I PARTITI: PANICO SOTTO L’ETNA
Pubblicato il 05 Luglio 2011
“Catania è la prima provincia d’Italia in cui i partiti hanno fatto proprio il Codice di autoregolamentazione per le candidature, escludendo quindi sin dalle prossime tornate elettorali candidati coinvolti in procedimenti giudiziari riconducibili ad attività di stampo mafioso”.
E’ la soddisfazione espressa dal segretario cittadino del Pd di Catania, Saro Condorelli, al termine della sottoscrizione, in Prefettura da parte dei rappresentanti dei partiti politici catanesi, del Codice di autoregolamentazione in materia di formazione delle liste dei candidati per le elezioni.
Alla firma dell’accordo erano presenti rappresentanti catanesi di: Pd, Pdl, Fli, Udc, Api, Mpa, Sel, Idv, Responsabili, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani.
La sottoscrizione dell’accordo era stata fortemente voluta dal Partito Democratico etneo, che lo scorso novembre aveva chiesto al prefetto Vincenzo Santoro di convocare tutte le forze politiche per sottoscrivere ufficialmente il Codice di autoregolamentazione.
Una firma che sancisce l’impegno dei partiti a non presentare e sostenere alle elezioni regionali, dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali candidati nei cui confronti sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, che siano stati condannati anche con sentenza non definitiva o per i quali sia stata emessa misura cautelare personale non revocata né annullata.
Il Codice, in particolare, esclude dalle liste candidati coinvolti in reati di mafia, estorsione, usura, riciclaggio, traffico illegale di rifiuti, reati patrimoniali (come la turbativa nelle gare d’appalto) o persone interdette dall’esercizio di pubbliche funzioni.
L’accordo sottoscritto oggi a Catania ricalca quello approvato la prima volta nel 2008, quindi il 18 febbraio 2010 all’unanimità, dalla Commissione nazionale antimafia, ma rimasto purtroppo inapplicato in tutta Italia.
Ma già qualche esperto del settore ha chiesto: “va bene no ai mafiosi, ma anche no ai cretini?” Sembra che dalle prime indagini l’ipotesi venga scartata: indiscrezioni lasciano intendere che nascerebbero problemi di reperimento di persone.
Al termine della riunione in Prefettura, infine, gli esponenti del Pd hanno proposto agli altri rappresentanti dei partiti catanesi
di inviare una lettera al presidente della Commissione nazionale Antimafia Pisanu:
“Chiederemo un incontro con Pisanu – hanno concluso Condorelli e Spataro, segretario provinciale Pd – per metterlo a conoscenza dell’importante risultato raggiunto nella nostra provincia e per chiedere indicazioni precise in merito ad una rigorosa applicazione del Codice da parte di tutti i partiti catanesi”.
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