Scuola, dirigenza: gravi sospetti sulla regolarità della procedura per i nuclei di valutazione

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L’Ufficio Scolastico Regionale del MIUR ha varato…un percorso che presenta diversi buchi neri.

di iena scolastica 

Da quest’anno con la Legge n. 107, quella per intenderci sulla Buona Scuola, è partita la valutazione dei dirigenti scolastici, la valutazione ha un percorso triennale con ricadute intermedie annuali, che prevedono quattro livelli di giudizio sul raggiungimento degli obiettivi previsti: “pieno raggiungimento”, “avanzato raggiungimento”, “buon raggiungimento”, “mancato raggiungimento”. Ad ognuno dei livelli sul piano retributivo corrisponde una differente indennità di risultato, che nel caso di “mancato raggiungimento” si azzera e comporta l’avvio di un procedimento che in extremis può portare al licenziamento.

Da quanto sopra si evince la delicatezza di questo procedimento di valutazione che ha anche una ricaduta indubbia sulla “reputazione” dei singoli presidi.

A condurre in porto la procedura di valutazione saranno appositi “nuclei di valutazione”, composti da tre membri individuati tra i dirigenti tecnici (ex ispettori), dirigenti amministrativi, esperti esterni, dirigenti scolastici.

Il Ministero dell’Istruzione, al fine di garantire omogeneità, trasparenza ed equità nelle procedure da realizzare a cura di ciascun Ufficio Scolastico Regionale ha diramato delle linee guida abbastanza chiare.

Ora mentre nel Lazio o in Lombardia, si sono seguiti percorsi chiari, sul tracciato delle linee guida nazionali, in Sicilia sono emerse numerose stranezze e singolarità:

1) Ad un primo avviso pubblico emanato in data 16 novembre 2016, per individuare i coordinatori e i componenti dei Nuclei di Valutazione, ne è seguito un altro “fotocopia” in data 16 dicembre 2016, con la differenza che nel secondo avviso vi è un ribaltamento delle preferenze e dei criteri di scelta dei membri (nel giro di un mese il primato delle esperienze sul campo, nella propria scuola, viene invece conferito alle attività di formazione svolte presso le Università o Enti accreditati dal MIUR).

2) Vi è da dire che tra i due avvisi, in data 25 novembre, si registra la nomina delle commissioni che hanno il compito di procedere alla individuazione dei coordinatori e dei componenti, tant’è che nel secondo avviso si riporta quale motivazione: “Considerata la necessità di reclutare ulteriori figure di coordinatori / componenti,  per coprire le esigenze organizzative dei suddetti Nuclei;”, il che sembrerebbe dire: dopo avere esaminato le istanze conseguenti al primo Avviso, si ha necessità di reperire una ulteriore quantità di disponibilità per ricoprire gli incarichi nei Nuclei.

3) Sembrerebbe che il Direttore Generale MIUR per la Sicilia, non abbia spiegato i motivi che l’hanno indotta ad emettere due avvisi, a distanza di un mese per la medesima procedura, né quali ragioni l’abbiano convinta a “mutare” le “precedenze” per i candidati con la procedura in corso e dopo avere preso atto delle domande pervenute relative al primo avviso.

4) In ambedue gli avvisi di novembre e dicembre viene sempre riportato un errato indirizzo di PEC, poi rettificato con successive errata corrige, il che ha comportato confusione ed un certo numero di istanze mai pervenute all’USR (Ufficio Scolastico Regionale).

5) Nelle commissioni incaricate di individuare i coordinatori e i componenti dei nuclei, vi erano dirigenti tecnici indicati loro stessi tra i coordinatori e questo appare quanto meno, se non illecito, almeno discutibile sul piano dello stile, dato che si ravvisano profili di incompatibilità o di opportunità (in pratica coordinatori nelle condizioni di scegliere i componenti dei nuclei, con buona pace del pluralismo che invece dovrebbe fondarsi sull’autonomia personale di ciascuno dei tre membri che compongono ciascun nucleo, anche a garanzia dei dirigenti scolastici valutati).

Insomma una procedura che, alla faccia della trasparenza, della democrazia e dell’equità sembra “confezionata” ad hoc per perseguire risultati e determinate composizioni dei nuclei di valutazione e, se così è, non è una “buona cosa”.

 

 

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Redazione Iene Siciliane

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