Scuola, Siracusa: accolte dal tribunale del lavoro le richieste del Codacons per i precari

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CONDANNATO IL MIUR NEI CONFRONTI DI UN  PROFESSORE CON CONTRATTO A TERMINE
Clamoroso successo del Codacons che dopo anni di battaglie ha ottenuto  la prima sentenza a favore  dei precari della scuola. Lo rende noto l’avvocato Bruno Messina difensore e  Presidente provinciale Codacons.
La vicenda è quella del rinnovo dei contratti a tempo determinato ai professori per coprire posti vacanti, ossia quella di uno Stato in cui piuttosto che affidare una cattedra ad un professore precario, che ne aveva diritto, si è preferito per anni affidare gli incarichi di supplente. E questo modo di scegliere i docenti della scuola italiana ha prodotto, a fronte di migliaia di cattedre vuote, migliaia di professori con cattedre a tempo, ovvero il cui contratto scadeva con la chiusura delle scuole. Francesco Tanasi – Segretario Nazionale del Codacons – commentando l’importante traguardo conseguito a Siracusa, dice: “abbiamo messo fine ai casi di chi rimane supplente per tutta la vita, il Ministero dovrà assumere con contratti a tempo indeterminato gli insegnanti meritevoli immettendoli in ruolo, così come previsto per le atre categorie di dipendenti pubblici”. L’avvocato Messina spiega che il Codacons e l’Associazione per la difesa dei diritti civili della scuola hanno intrapreso insieme una battaglia contro il precariato dei docenti e del personale della scuola, con oltre 2.200 ricorsi depositati e con oltre 3 milioni di euro di risarcimenti complessivi ottenuti.
Il Tribunale del Lavoro  di Siracusa, continua l’avvocato Messina, nella vicenda relativa ad un docente della scuola che durante il giudizio aveva ottenuto la cattedra, ha dichiarato il diritto del professore al riconoscimento, ai fini della progressione stipendiale prevista dalla contrattazione di comparto, della anzianità di servizio maturata durante i rapporti di lavoro a termine intrattenuti con l’amministrazione. Inoltre, il MIUR è stato condannato a corrispondere al docente la differenza retributiva tra quanto percepito da quest’ultimo e quanto sarebbe allo stesso spettato per effetto dell’anzianità di servizio. In tal modo si è riconosciuta l’illegittimità dei contratti a termine che il docente-supplente aveva dovuto stipulare per anni, attribuendo al professore quanto gli sarebbe spettato qualora fosse stato immesso in ruolo sin dal primo contratto. Insomma, si è riconosciuto che anche in Italia non si può essere precari per sempre.

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Redazione Iene Siciliane

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