Sei parlamentari nazionali hanno fatto ricorso alla Corte dei conti per non perdere il cumulo della indennità di parlamentare con la pensione maturata in Sicilia


Pubblicato il 19 Agosto 2011

mannino-calogeroI nostri politici parlano della necessità di fare sacrifici per contenere il deficit pubblico, di ridurre il numero delle poltrone politiche, di eliminare i doppi incarichi e gli sprechi, di sopprimere le province. Chiedono, quindi, agli italiani un contributo di solidarietà per fare uscire la nazione dalla crisi economica in cui è piombata, ma poi, nei fatti, accade che qualcuno di essi ponga in essere dei comportamenti che appaiono incoerenti con i sacrifici chiesti ai lavoratori. 

Per esempio, sei ex deputati e assessori regionali siciliani, attualmente eletti al Parlamento nazionale, hanno inoltrato un ricorso alla Corte dei conti per chiedere che venga annullata la delibera del Consiglio di presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana che, a partire dallo scorso gennaio, impedisce loro di cumulare l’indennità di parlamentare con la pensione maturata in Sicilia nel corso di precedenti incarichi.

Ai giudici si sarebbero rivolti l’ex ministro Calogero Mannino (gruppo misto), i senatori Sebastiano Burgaretta e Pino Firrarello del Pdl, Vladimiro Crisafulli del Pd, Salvo Fleres di Forza del Sud, il deputato Alessandro Pagano (Pdl). I vitalizi vanno da tre a seimila euro lordi al mese. A rivelarlo è un’inchiesta pubblicata dal quotidiano “Repubblica”.

Secondo il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio (Pdl) “in questo momento di sacrificio un’iniziativa del genere è semplicemente indegna”. Gli replica l’ex ministro Calogero Mannino “ci sono delle questioni giuridiche che, intanto, vanno riaffermate, solo dopo parteciperemo ai sacrifici che il Paese richiede”.



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