Donne contro le Mafie, Rita Atria e Lea Garofalo. Donne di Sicilia e di Calabria. La prima di Partanna in provincia di Trapani; la seconda di Petilia Policastro in provincia di Crotone. Donne che si sono ribellate alla mafia e alla ‘ndrangheta collaborando con la giustizia ed hanno pagato con la loro vita. Della tragica storia di Rita Atria e Lea Garofalo si è discusso nel seminario, che si è tenuto lunedì scorso al Monastero dei Benedettini, terzo appuntamento della decima edizione dei seminari di Ateneo “Territorio ambiente e mafie”. Un tema di grande attualità, quello delle donne che hanno il coraggio di ribellarsi al costume omertoso delle mafie. Il dibattito ha visto la partecipazione di numerose associazioni cittadine e di tantissimi studenti sia presenti in aula sia collegati online. Dopo i saluti iniziali della professoressa Rossana Barcellona è stato osservato un minuto di silenzio per commemorare le vittime del naufragio di Cutro davanti alle coste crotonesi. A coordinare il dibattito la storica Simona Laudani. Sono intervenuti Marzia Sabella, capo reggente della Procura del Tribunale di Palermo impegnata in importanti iniziative giudiziarie antimafia, e attenta ai crimini per stupri e pedofilia; Adriana Laudani, associazione Memoria e Futuro; Graziella Proto autrice, insieme con Giovanna Cucè e Nadia Furnari, del libro inchiesta su Rita Atria, la testimone di giustizia che si suicidò a 17 anni d’età dopo la strage di via D’Amelio; collegato da remoto, Giuseppe Teri della Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”.
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