Sessantatré anni fa l’uccisione del giovane disoccupato edile in piazza Stesicoro a Catania. La Cgil e lo Spi: “La città non dimentica i fatti dell’8 luglio 1960. Salvatore Novembre fu lasciato morire dissanguato”


Pubblicato il 06 Luglio 2023

Cgil  e Spi Cgil di Catania Comunicato stampa 

Sessantatré anni fa l’uccisione del giovane disoccupato edile in piazza Stesicoro a Catania.La Cgil e lo Spi: “La città non dimentica i fatti dell’8 luglio 1960.  Salvatore Novembre fu lasciato morire dissanguato”

“Non dimenticheremo mai i fatti  di sangue dell’ 8 luglio 1960 e l’uccisione a Catania del giovane e incolpevole lavoratore Salvatore Novembre. Ogni anno ne parliamo per mantenere viva la memoria e perché  siamo certi che, ancora oggi, non tutti conoscano quella storia”.

Il segretario generale della Cgil di Catania,  Carmelo De Caudo, e la segretaria dello Spi Cgil, Giuseppina Rotella, ricordano quanto accadde a Catania nel giorno delle repressioni che fecero tristemente passare alla storia il Governo Tambroni.

L’ 8 luglio del 1960 Salvatore Novembre aveva 20 anni e fu ucciso dalla polizia (e non ci furono morti solo a Catania, in quella triste data) che sparò sulla folla di manifestanti che protestavano contro il governo Tambroni, in particolare contro l’eccidio di Reggio Emilia avvenuto il giorno prima.

Il giovane disoccupato era arrivato da Agira per cercare lavoro come operaio edile.

Spiegano De Caudo e Rotella: “Novembre si trovò tra la folla dei manifestanti e venne colpito da proiettili  sparati dalla polizia. Il giovane venne lasciato morire dissanguato sul marciapiede di piazza Stesicoro.

Il suo cadavere insanguinato venne rimosso senza rispetto come ancora documentano alcune foto giunte sino a noi che riportano uno stile da mattatoio abusivo”.

In pochi ricordano anche la manifestazione di protesta che si tenne a Catania in occasione del funerale di Novembre ai quali partecipò l’allora segretario del PCI, Giorgio Napolitano.

Nel 2015 la Cgil di Catania ha chiesto e ottenuto dall’amministrazione comunale, la posa di una targa commemorativa nello stesso luogo dove il ventiquattrenne, “colpevole” di partecipare ad una manifestazione di protesta venne colpito a morte.

“Non lo dimenticheremo mai -concludono De Caudo e Rotella- e soprattutto, continueremo a raccontare la storia di Salvatore Novembre ogni anniversario e in ogni circostanza utile”.


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