Non è mai troppo elegante citarsi, ma l’altro giorno andando a ritroso sulla mia pagina facebook mi sono riletto ed imbattuto su un post che avevo inteso titolare “L’obiettivo (del Catania) non è vincere il campionato ma ucciderlo”. Fu una facile previsione frutto di riflessioni che accomunavano l’obiettiva solidità del roster varato dal Pelligra group e la lampante modestia di un girone trai più deboli dell’intera D in cui il Catania ha naturalmente spadroneggiato. Nihil sub sole novi: al netto di record di punti e distacchi oceanici era giusto per i nuovi arrivati presentarsi così: una squadra espressione di una città metropolitana che bighellona occasionalmente per i campacci di un campionato nazionale dilettanti tra centravanti avversari sovrappeso, tribune scalcinate, presidenti folcloristici, non può che sbaragliare i presunti contendenti ed abbatterli come birilli. Onore al merito per l’ottimo lavoro espletato ma tanta tanta tanta calma per un futuro calcistico che non è automatico sarà così scintillante come la piazza agogna incoraggiata – colpevolmente peraltro – da una classe giornalistica che più osserviamo e più suscita imbarazzo – quasi pena – nell’inchino profondo oltre ogni ragionevole limite – ai confini dell’ inginocchiamento- nei confronti della proprietà e della dirigenza etnea.Non meramente lodata ma adulata smaccatamente, ai confini del ridicolo, ben oltre le soglie del sopportabile. Digressione sulla stampa- lacchè a parte, con eccezioni che si contano sulle dita della mano di un monco, sulla base delle fonti in nostro possesso tendiamo ad escludere che il prossimo campionato di C assomiglierà all’ultimo torneo disputato dai rossazzurri. Non verrà varato un instant-team. Uno squadrone a tempo, dall’età magari non tenerissima ma composto dai migliori atleti dalla categoria con qualche innesto da serie superiori. Non il modello- Catanzaro per capirci dal budget sontuoso finalizzato a stracciare qualsiasi avversario. La società crede ad una crescita più graduale che potrebbe comportare un’attesa di un paio di anni per approdare in B, al netto naturalmente delle trappole che il calcio può presentare. Sarà dato con eleganza il benservito al buon Ferraro, onesto mestierante da D, e scelto un tecnico giovane con la finalità di impostare una squadra sbarazzina con una sensibile conferma di atleti dell’ultima stagione la cui competitività nel prossimo torneo è naturalmente tutta da vagliare. Sarà inoltre confermato il ds Laneri giacché in società è stata apprezzata la sua disponibilità ed un certo low-profile che ad un dirigente autocentrato come Vincenzo Grella con dispiace. Nutriamo molti dubbi sul fatto che si sceglierà un dirigente generale che possa accentrare su di sè la direzione sportiva: non si crede sia necessario.Il nostro pensiero, scevro del conformismo locale sempre più insalivato, è che il cammino in C sarà meno agevole del previsto e che ben difficilmente alla vigilia del prossimo campionato il Catania potrà collocarsi nelle primissime file della pole-position. Riteniamo, e lo scriviamo senza ironia, che in un’ottica di crescita solida e graduale può anche essere una strada percorribile.A patto di palesarla con sincerità ad un ambiente immaturo come il nostro che di tutto avrebbe bisogno fuorché di cantori ad un tanto al chilo, apologeti prezzolati, reggimicrofono inamidati e tutta quella varia umanità che popola tribune stampe e redazioni radio televisive.In presenza di una comunicazione degli obiettivi trasparente si potrebbe instaurare una dialettica reale con la comunità degli appassionati che alla pura emozione ed agli struggimenti di cuore Merola- style per una volta potrebbe preferire il ragionamento
Non sarebbe mai troppo tardi
Saluti realistici (e non ossequiosi)
Luca Allegra.
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