Sicilia aggredita dal Potere del denaro, l’affare del rigassificatore: ecco la lettera al governo regionale. Risposta? Nessuna!


Pubblicato il 13 Settembre 2012

Pubblichiamo la missiva inviata da Sel all’esecutivo Lombardo. Tema: il megaimpianto di Melilli. Un documento in cui si racchiudono dati e considerazioni su una vicenda che mette a rischio la vita di milioni di siciliani.

Ne abbiamo già parlato su “ienesicule” (clicca qui)http://www.ienesiciliane.it/cronaca/2989-linchiesta-rigassificatore-di-melilli-laffare-e-i-suoi-padroni-quali-insidie-cela-lopera-contestata-da-comitati-civici-e-associazioni.html

Un tema vero, che i candidati alla presidenza della regione, ad esempio, dovrebbe affrontare seriamente...Li attendiamo al varco!

a cura di iena antisaccheggio del territorio siculo

“Al Presidente della regione SiciliaAgli assessori regionali

Egregio Presidente,Onorevoli Assessoricome noto non si è ancora concluso l’ter amministrativo per l’autorizzazione alla costruzione del terminale del rigassificazione di Melilli.Sinistra Ecologia e Libertà nell’invitarvi a riflettere sui possibili rischi per le popolazioni vi esorta a negare l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto.Per noi di Sinistra Ecologia e Libertà due sono i quesiti che meritano risposte concrete e certe:

1. Il sito prescelto è sicuro?2. La costruzione del rigassificatore quali reali ricadute avrà sull’occupazione?In relazione al primo quesito ci soffermeremo su tre importanti considerazioni inerenti il tema della sicurezza.RISCHIO INDUSTRIALEL’area individuata per la costruzione è già stata dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale ed è caratterizzata da:

1) presenza di impianti risalenti a più di 50 anni fa, con adiacenti stoccaggi di prodotti infiammabili;2) numerosi incidenti registratisi negli ultimi anni (il più grave quello del 30 aprile 2006);3) Registrazione quasi giornaliera di sfiaccolamenti dalle torce, con fiamma pilota sempre accesa, pericolosissimi punti di innesco e fireball in caso di perdita di metano dall’impianto.Con riferimento al rischio industriale ed alle conseguenze che potrebbero derivare dalla presenza del terminale di rigassificazione nella conferenza dei servizi del 26/11/09, l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, così si è espresso:”L’opera in argomento non risulta coerente con i principi di risanamento ambientale di cui al predetto Piano, considerando che lo stesso pone tra detti principi il contenimento e la riduzione dei rischi.In conclusione poco spazio è stato dato alle alternative al progetto e alla loro analisi, quali ad esempio impianti off-shore, navi gassificatrici, impianti interrati e loro conseguente analisi critica.Per quanto sopra rappresentato, nell’ottica della prevenzione, della sicurezza e del contenimento e riduzione degli incidenti derivanti dai rischi prima evidenziati, si esprime parere negativo alla realizzazione dell’opera nell’area prevista dal progetto.”

RISCHIO MILITARECome coniugare la presenza della Marina Militare con il rischio di incidente (o attentati!) considerando in aggiunta l’esistenza del deposito di armamenti di Cava del Sorciaro e del pontile NATO e la contemporanea presenza di navi a propulsioni nucleare?

RISCHIO SISMICOCitando i recenti studi del GNDT, ed in particolare “Scenari di pericolosità sismica ad Augusta, Siracusa e Noto” di Luis Decanini e F. Panza, a pag. 126 tab. 6.20 si legge che la magnitudo del terremoto del 1990 è stata di 5,4 gradi Richter, contro quella stimata del terremoto del 1693 di 7,7; continuando, nella tab. 6.5 di pag. 97 si legge che il momento sismico del terremoto del 1990 è di soli 3,1 dyne cm x 1024 contro i 3.981,1 dyne cm x 1024 stimati per il terremoto del 1693 (in pratica 1000 volte superiore a quello del 1990).Nella stessa tabella si evince che le coordinate epicentrali dei due terremoti sono sostanzialmente le stesse. E’ noto sia da evidenze storiche, che da recenti studi in materia, che in occasioni di forti terremoti nell’area della Sicilia orientale può essere interessata da fenomeni di maremoto (“S. Tinti, A. Armigliato, E. Bortolucci”).In materia di protezione dal rischio sismico degli impianti industriali, si deve preliminarmente considerare che le norme tecniche di costruzioni sono di recente emanazione, 2008, e che quindi tutti gli impianti precedenti sono stati costruiti in base a normative “poco protettive”.”Per fare un esempio, gli esperti dell’ ENEA (Ente Nazionale Energie Alternative) e dell’ISPRA (Istituto Superiore di Ricerche Ambientali) e dell’Università di Trieste ritengono che la ripetizione del terremoto del 1693 nella piana di Catania potrebbe provocare, allo stato attuale, oltre a decine di migliaia di vittime, anche il più grave disastro ambientale dell’area mediterranea, a causa del collasso di centinaia di serbatoi e di altri componenti di impianti chimici RIR (Rischio Incidente Rilevante) presenti nell’area di Priolo Gargallo, che contengono sostanze altamente inquinanti e frequentemente venefiche; le vittime, forse ancor più che dal crollo degli edifici, sarebbero causate dalle suddette esalazioni venefiche; rilevantissimi sarebbero poi ovviamente anche i danni economici che le installazioni chimiche presenti sull’area subirebbero; per quanto attiene agli aspetti meramente economici, secondo gli esperti anche eventi di violenza assai minore a quello del 1693 potrebbero provocare danni alle installazioni tale da comportare costi (per interruzione delle attività, demolizione, riparazioni, delocalizzazioni degli abitanti del circondario, ricostruzioni) assai superiori a quelli legati alle azioni preventive, necessarie per rendere tali installazioni capaci di resistere adeguatamente al terremoto”.

In merito alle reali ricadute che la costruzione del terminale di rigassificazione avrà sull’occupazione richiamiamo la vostra attenzione su quanto segue:

TRAFFICO NAVALEDallo studio di incidenza si rileva che il terminale di rigassificazione comporta un incremento del traffico navale riassumibile in:• 143 navi metaniere/anno (a regime);• Imbarcazioni di supporto (numero imprecisato);• Rimorchiatori 4 – 6 per ogni nave;• Imbarcazioni per i controlli (numero imprecisato).

Con riferimento alle ipotesi effettuate circa la stazza delle navi, il tempo per le operazioni di scarico per ogni nave è di 15 ore, a cui si devono aggiungere i tempi per le manovre in ingresso, quelli di ormeggio e quelli di uscita.La regolamentazione del traffico delle navi metaniere del terminale di Panigallia è stata oggetto dell’Ordinanza No. 150/2001, modificata dalla No. 103/2004 da parte della Capitaneria di Porto della Spezia, il cui comma 5.3, cita: “Nella zona di mare di Panigallia …. è vietata qualsiasi attività di superficie e subacquea …. Sono esclusi dal divieto di cui al presente punto le navi metaniere destinate all’ormeggio al pontile Snam ivi esistente ed i relativi mezzi nautici impiegati durante le operazioni di ormeggio/disormeggio (ormeggiatori, piloti, rimorchiatori), i mezzi navali della Marina Militare, delle forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco per lo svolgimento dei compiti di istituto.”Altro regolamento è L’Ordinanza n° 63/08 emessa dalla Capitaneria di Chioggia per il terminale off shore di Rovigo, che recepisce la circolare IMO (International Maritime Organization) SN. /Circ 257 del 11/12/2007. Dove all’Art. 3 è “definita una zona di sicurezza di forma circolare il cui centro corrisponde al terminale di rigassificazione il cui raggio è di circa 2.000 m ove all’interno sono vietati; il transito, l’ancoraggio, lo stazionamento di navi in attesa, la pesca e qualsiasi altra forma di attività”. Tali misure, se adottate, sono senza dubbio fortemente limitative delle normali attività portuali, con grave pregiudizio dell’economia di settore.

EFFETTI SULL’OCCUPAZIONEIn considerazione delle apparenti incompatibilità tra la sicurezza in senso lato e delle strutture militari, nonché delle forti limitazioni al mantenimento delle attuali attività portuali che deriverebbero dalle straordinarie misure di sicurezza che regolano il traffico e le operazioni delle gasiere, si temono effetti negativi sull’occupazione. E’ ovvio che il ridimensionamento di un’ attività portuale e/o dell’indotto, comporterebbe la perdita di un numero di occupati ben superiore al nuovo apporto occupazionale offerto dal terminale.Quest’ultima questione merita un’attenta riflessione sia dei governi che dei parlamenti regionali e nazionali; infatti non può non destare perplessità la mancanza di regolamentazione circa la costruzione di impianti RIR in aree ad elevato rischio di crisi ambientale.

Sotto il profilo occupazionale, le proposte di Sinistra Ecologia e Libertà alternative all’impianto di rigassificazione sono basate su:

1. Bonifiche, disinquinamenti e risanamenti ambientali;2. Ammodernamento e messa in sicurezza degli impianti;3. Adeguamento sismico degli impianti;4. Energie rinnovabili.

BONIFICHE E AMMODERNAMENTO DEGLI IMPIANTICon riferimento ai primi due punti sopra detti si ricorda che, a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri del 30 Novembre 1990 che dichiarava i territori dei comuni di Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa, Floridia e Solarino, “area ad elevato rischio di crisi ambientale, il Governo con il DPR 17 gennaio 1995, n° 51 approvava il piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Siracusa – Sicilia orientale. Il totale degli interventi previsti dal piano di risanamento ambientale ammonta a circa 516 milioni di euro, con una tempistica di realizzazione prevista in otto anni e la creazione di parecchie centinaia di nuovi posti di lavoro e adeguamento di quelle esistenti. In aggiunta si rileva infine che le somme necessarie per la bonifica della rada di Augusta si aggirano a circa € 500 milioni, a queste si devono aggiungere le somme previste nell’accordo di programma per la definizione degli interventi di riqualificazione ambientale, funzionali alla reindustrializzazione e all’infrastrutturazione delle aree comprese nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Priolo, per un totale di circa 770 milioni di euro.Per il rilancio delle aree del petrolchimico urge:• un controllo sull’attuazione del Piano di Risanamento Ambientale;• lo sblocco delle somme già stanziate per la realizzazione di tutti gli interventi non ancora realizzati, specie di quelli che prevedono la bonifica delle aree limitrofe o interne ai centri abitati e la IMMEDIATA delocalizzazione dei serbatoi e degli stoccaggi di combustibile interne ai centri abitati;• La bonifica coatta dei fondali della rada di Augusta;• Un piano finanziario a sostegno degli eventuali interventi individuati dal Piano Regionale delle Bonifiche.

ADEGUAMENTO SISMICOIn mancanza di indicazioni sui metodi circa la protezione sismica delle diverse tipologie di impianti RIR insistenti in aree a elevato rischio ambientale, si potrebbe adottare l’attuale normativa per la costruzione delle centrali nucleari.In Italia sono già stati effettuati significativi progetti di ricerca in merito alle tecniche di protezione sia dei nuovi che dei vecchi impianti e l’isolamento sismico è quello che sembrerebbe presentare la maggiore facilità di attuazione.Allo scopo, nel sito di Priolo sono già stati effettuati progetti sperimentali di ricerca di facile attuazione tecnica ed economica (progetto ISI valutazione dell’applicabilità dell’isolamento Sismico di impianti industriali) che hanno dimostrato, in occasione dell’evento sismico del 1990, la validità delle tecniche di protezione mediante isolamento sismico. Altri studi hanno considerato i grandi serbatoi criogenici e hanno dimostrato che l’isolamento sismico evita danni e costi economici inferiori rispetto a quelli richiesti dalla progettazione tradizionale.Stante l’elevatissimo rischio per la vita della popolazione e di tutte le attività industriali, come noto, di supporto allo sviluppo di tutta la nazione, Sinistra Ecologia e Libertà chiede l’immediato intervento dei governi nazionali e regionali per l’istituzione, presso gli istituti di ricerca specializzati in materia di isolamento sismico, di un comitato tecnico scientifico per l’adozione di tutte le misure necessarie all’adeguamento sismico degli impianti industriali ricadenti in aree ad elevato rischio sismico.In un incontro di esperti di settore è emerso inconfutabilmente che l’adeguamento sismico degli impanti e dei serbatoi già esistenti comporta un innalzamento a livelli accettabili della sicurezza degli impianti industriali e soprattutto molti più posti di lavoro rispetto al terminale di rigassificazione.

ENERGIE RINNOVABILIA fronte dei poco più di 50 nuovi occupati che il funzionamento a regime del terminale di rigassificazione garantisce, si riporta una stima in merito ai risvolti occupazionali offerti dalle energie rinnovabili nell’ipotesi di produrre con tale fonte solo 0,003% dell’energia prodotta dalla combustione del gas metano, che vede un numero di occupati di circa 210 unitàCONCLUSIONIsi elencano gli interventi ritenuti non più prorogabili che Sinistra Ecologia e Libertà sottopone all’attenzione dei governi e delle assemblee regionali e nazionali.1. La realizzazione preventiva rispetto a qualsiasi impianto di produzione energetico basato sulle fonti fossili, di una rete di distribuzione elettrica che risolva le inefficienze attuali “colli di bottiglia”;2. Lo sviluppo di un sistema elettrico sostenibile, basato sulle energie rinnovabili, seguito da un’adeguata informazione in merito ai benefici sull’utilizzo “di impianti tipo domestico” di queste fonti;3. Misure per l’incentivo dell’efficienze energetica estesa ad ampio raggio;4. Una moderna normativa che regoli la costruzione di impianti RIR, specie in aree ad elevato rischio di crisi ambientale o elevato rischio sismico;5. L’immediato sblocco dei fondi stanziati per il Piano di Risanamento Ambientale di cui al DPR 17 gennaio 1995, n° 51;6. L’immediata attuazione di tutte le bonifiche individuate dal PIANO DELLE BONIFICHE adottato con Ordinanza commissariale n° 1166 del 18.12.2002;7. La bonifica delle rada di Augusta;8. L’adeguamento sismico degli impianti già esistenti con tecniche di isolamento sismico.Augusta, 10.09.2011″


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