di iena amministrativaSono diverse le incompiute siciliane dopo gli annunci – spesso a mezzo Rai – del governatore Rosario Crocetta. Lasciamo stare il caso delle Province sulle quali pesa ancora un grosso punto interrogativo, per carità mettiamo pure da parte la storia della sede a Bruxelles, archiviamo anche la triste storia della Finanziaria, stendiamo pure un velo pietoso sullo scandalo della gestione dei fondi dei gruppi parlamentari in occasione del quale Crocetta -dimenticandosi che molti dei parlamentari coinvolti fanno parte della sua maggioranza e si erano candidati nelle liste a suo sostegno- ha ritenuto prendere le distanze (“se avessi ceduto all’ingresso dei parlamentari in giunta oggi mi sarei ritrovato una giunta d’indagati” ebbe a dire), orbene l’impegno ancora non onorato che oggi vogliamo rispolverare è quello arcinoto della riforma della legge per l’elezione delle amministrazioni locali.Eh, già in passato si è straparlato della necessità d’introdurre la doppia scheda elettorale, una per il consiglio comunale e un’altra per il sindaco, così da limitare ulteriormente il condizionamento dei partiti e in generale dei gruppi di potere sulla scelta dei primi cittadini. A breve, infatti, numerosi comuni siciliani saranno chiamati a rinnovare i loro organi elettivi e ancora oggi la scheda elettorale è una sola, per sindaci e consiglieri. Con l’effetto che chi riesce ad accapararsi i simboli più importanti e il maggior numero di consiglieri comunali uscenti ha certamente maggiori chance di chi magari desidera innovare dando un taglio netto col passato.Tutto come prima quindi, alla faccia della rivoluzione siciliana.
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