Guarda guarda cosa viene fuori…Che “odore” forte e chiaro…Di iena munnizzara, Marco Benanti
Attorno alla discarica di Tiritì, fra Misterbianco e Motta, in provincia di Catania, girano interessi di vario genere. Sul tema abbiamo intervistato Giovanni Frazzetto (nella foto), coordinatore a Motta Sant’Anastasia, che ha deciso di rilasciarci dichiarazioni che fanno riflettere. Eccole:
“Io nel corso dei miei due anni di lavoro sia all’interno del partito democratico e da dicembre come coordinatore dell’area renziana, sono stato molto vicino non solo alle tematiche minori come la riqualificazione ambientale e periferica del paese ma anche il grande tema della discarica di Tiritì.Ultimamente, ovvero in questo anno che precede il periodo delle elezioni amministrative a Motta, stanno venendo a galla una serie di reti clientelari che fanno anche riferimento ad alcuni consiglieri comunali.Le proposte sono le solite: ovvero lavoro a tempo determinato, con contratti a tre mesi. Non hanno solo diciamo una valenza elettorale ovvero cercando di prendere dei bacini di voti familiari, ma anche una sorta di tatticismo politico, in quanto si stanno cercando di piazzare figure vicine anche a soggetti politici lontani dalle posizioni della discarica, ma andando ad insinuarsi fra quelli che sono i rapporti parentali possiamo dire, cercando di creare squilibrio non solo a livello politico ma anche a livello personale”.
Qual è il modello che viene fuori? “Ti propongono un lavoro, ti danno delle determinate direttive sia in materia elettorale e sia non diciamo in linea personale ma quasi, cioè dicendoti anche di non farti vedere in luoghi pubblici o comunque di non apparire molto vicini a soggetti politici che comunque in questa lotta ci hanno speso anni e anni di duro lavoro”.
Magari cancellando anche le foto? “Questo è diciamo uno degli stratagemmi che questi signori usano”.
Ci sono state assunzioni, che tu sappia, in questo ultimo periodo? “Un mese fa no, qualche tempo prima sì, diciamo però con uno stampo prettamente personale, cioè non c’era un attacco politico dietro a questi contratti dati a molti cittadini mottesi, ma bensì solo una mera strategia elettorale, in quanto la necessità di fare contrasto ad un voto di opinione che si fa sempre più incalzante sopratutto in un territorio come Motta che è il primo comune italiano per beni confiscati alla mafia”.
Che condotta ha tenuto il governo regionale? “Il governo Crocetta dopo la mozione all’Ars che ha dato un chiaro indirizzo politico, non sembra avere preso di petto la situazione. Ha sempre convocato tavoli tecnici, non dando mai una risposta certa, chiara e tangibile, anche perchè molti rapporti d’interesse, secondo me, s’annidano proprio all’interno dell’esecutivo regionale”.
Cosa farete? “Noi già quasi da un anno, sul finire del 2012, abbiamo fatto un ricorso al Tar del Lazio insieme allo studio DiPace & Negretti e continueremo la trafila sia in campo politico dopo che la spinta propulsiva diciamo è arrivata arrivata da noi per l’approvazione della mozione all’Ars sulla discarica di Tiritì, come continua in parallelo il ricorso al Tar di Lazio dove è stata vinta la prima causa e questo ci fa ben sperare anche per il futuro”.
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