Intervista ad uno dei protagonisti della battaglia -ancora in corso- contro un megaimpianto che tanto fa discutere e che numerose proteste provoca da anni fra Misterbianco e Motta, a pochi chilometri da Catania….
di iena munnizzara marco benanti
I rifiuti sono uno degli “‘affari degli affari” in questo momento in Sicilia. Un argomento che suscita di tutto e di più e che attira appetiti di ogni tipo. La politica sicula gli gira attorno e anche…dentro.
A due passi da Catania, c’è in corso una lotta su una discarica che fa gridare tanta gente per le conseguenze denunciate sulla vivibilità e la salute. Abbiamo rivolto allora qualche domanda ad uno dei protagonisti di questa vicenda tutta siciliana.
Danilo Festa(nella foto), chi si fa i soldi con la discarica di Tiritì?
Sicuramente la famiglia Proto. Probabilmente anche le persone che orbitano intorno al potere dei rifiuti. E sono molte.
Chi -a vario livello, politico, economico etc- ha consentito il gioco a chi si è fatto i soldi?La domanda si rafforza se si pensa alla crescita che l’impianto ha avuto nel corso degli anni: da piccola e innocua discarica a colosso industriale del rifiuto indifferenziato. Il peccato originale è rappresentato dal continuo stato emergenziale in cui è tenuta la Sicilia, dal commissariamento Cuffaro a quello Lombardo. La responsabilità politica è molto pesante e spero che un giorno si possa fare chiarezza su eventuali irregolarità, sia sotto il profilo amministrativo, sia sotto il profilo penale. Io, come molti altri, resto a disposizione della magistratura.
Chi sta barando -se esiste un baro- sulla vicenda dell’ampliamento della discarica?Bara la politica che, consapevole degli interessi in gioco, non ha il coraggio di prendere posizioni chiare e nette. C’è un nuovo mega impianto, che difatti non è un ampliamento, che dista 800 metri in linea d’aria dai centri abitati, che rilascia olezzi, che deturpa l’ambiente, che avvelena l’esistenza di due comunità. Questo è il dato oggettivo. Tutto il resto, scuse, accuse e scarica barili appartengono al politichese che, trincerandosi sotto aspetti formali, non vuole affrontare la situazione con coraggio e risolutezza.
A tuo naso, i soldi quanto contano in tutta questa storia?Il giro d’affari, di cui si parla anche in un recente articolo pubblicato su Repubblica, è di circa 185 milioni di euro l’anno. Per assurdo, se il disagio inflitto alle comunità fosse lo stesso ma a causarlo fosse una piccola impresa, allora la politica avrebbe risolto il problema già da tempo. In questa amara terra di Sicilia il denaro fa potere e l’Oikos possiede tantissimo denaro.
Si parla di assunzioni nel settore rifiuti in periodo elettorale, sarebbe successo anche per le ultime comunali a Catania: ti risulta?
Ci sono state assunzioni durante la campagna elettorale regionale. Si parlava di contratti di lavoro a tre mesi. Su Catania non saprei; certo è che l’Oikos svolge il servizio di raccolta anche, e soprattutto, in città. Non mi stupirei se durante la campagna elettorale fossero aumentate le assunzioni di catanesi; così come non mi stupirei se aumenteranno durante la campagna elettorale a Motta.
Ci sono conflitti d’interesse, fra politici e altri, in questa storia? Se si, quali?
Questo bisognerebbe dimostrarlo ma una cosa è certa: ci sono conflitti morali ed etici. Non si può fare politica e, tramite essa, fare assumere amici e familiari in una ditta privata che svolge la propria attività per enti pubblici, a stretto contatto con politici. A Motta e Misterbianco ci sono tanti casi di parentopoli, già denunciati pubblicamente. Sono certo che, scavando a fondo, se ne troverebbero molti altri, ad ogni livello istituzionale. Così si svende la politica, la si riduce a mezzo di scambio per interessi privati, la si rende meno obiettiva e faziosa.
Il “fronte del no” è compatto oppure diviso al suo interno?Chi dice “No alla Discarica”, per la revoca la bonifica e la delocalizzazione, lo fa liberamente, per la propria vita, per la propria famiglia, per la propria comunità. Chi dice “Si alla Discarica” ha dei criteri di valutazione che privilegiano interessi economici di varia natura, dalle Royalties comunali ai contratti di lavoro a tre mesi. Poi ci sono anche interessi politici: a Motta c’è un partito della discarica, trasversale ai vari schieramenti, e ci sono candidati a sindaco che aspirano al pacchetto di voti dei lavoratori Oikos mottesi.
Il Pd che “partita” sta giocando sulla discarica?Un passaggio storico, che mette alle strette Crocetta e Marino, è rappresentato dalla mozione “no discarica” presentata dall’On. Anthony Barbagallo del Pd e firmata dall’On. Concetta Raia e dall’On Angela Foti del M5s. La mozione è stata approvata all’unanimità dei presenti all’Ars ma ancora attendiamo risposte concrete dal governo regionale.I Sudano che ruolo hanno, se lo hanno?So che la famiglia Sudano è da sempre vicina all’impero Proto. L’ho letto dal libro di Nino Di Guardo “Sindaco per passione” e l’ho appurato durante l’audizione dei comitati in commissione ambiente all’Ars dove l’On. Valeria Sudano, seduta al fianco di Domenico Proto, difendeva platealmente le posizioni dell’Oikos. So anche che la Sudano è stata una delle più votate tra Motta e Misterbianco; ma questo non significa niente… Quando finirà questa storia?Spero al più presto. Attendiamo, bene o male,.una risposta dall’assessore Marino dopo il voto parlamentare. Attendiamo anche gli sviluppi del ricorso al Tar Lazio, presentato dai comitati grazie al lavoro dello studio Di Pace & Negretti, contro il decreto n. 221 del 2009 che autorizzò il mega ampliamento. Attendiamo, speranzosi, che la magistratura faccia chiarezza su tutta la vicenda, raccontandoci come stanno realmente le cose.
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