di iena politicaVi suggeriamo la lettura di un interessante articolo a firma di Antonella Romano, pubblicato da repubblica.it, che cliccando sotto potrete continuare a leggere alla fonte di Antonella Romano, da repubblica.itGli indagati “eccellenti” sono rimasti tutti fuori dall’Ars così come i deputati finiti in manette nella scorsa legislatura. Su 32 candidati con inchieste in corso, di vario grado, ne sono stati eletti sette. Si svuota così l’Ars dei deputati con il conto aperto con la giustizia e tra i tanti “trombati” di peso che non riescono a raggiungere lo status di deputati ci sono anche segretari di partito, onorevoli con svariate legislature alle spalle e leader di lungo corso come Gianfranco Micciché. Non superano il responso dell’urna nemmeno i 4 assessori in carica di Lombardo che si erano candidati: al palo restano Alessandro Aricò, di Fli, malgrado la lunga campagna elettorale per le comunali, Nicola Vernuccio, Beppe Spampinato e Francesco Aiello.E non centra l’obiettivo nemmeno l’ex assessore Luigi Gentile.Non passano dall’altro lato della barricata i due sindacalisti che hanno capitanato in questi mesi a Palermo la rivolta della Gesip: Pietro la Torre, segretario Uiltucs (fermo a 4296 voti) e Salvo Barone, di Asia, che si candidava con Idv (903 voti). E resta fuori Mimmo Russo, finito anche lui tra i “trombati”, per anni capopopolo dei Pip: ha preso 2.536 voti. Oltre al leader di Grande Sud, si ferma la corsa anche di altri coordinatori di partito. Tra gli esclusi, vittime dello sbarramento del 5 per cento che ha condannato i loro partiti a restare fuori un’altra vota dalla rappresentanza all’Ars, Erasmo Palazzotto segretario regionale di Sel, Antonio Marotta segretario regionale di Prc e Pippo Russo, segretario provinciale di Italia dei Valori. Ma anche Fli non sfonda: e paga pegno il segretario regionale candidato Carmelo Briguglio. Mancherà il volto di Marianna Caronia, del Pid, anche lei tra i 76 uscenti che ci riprovavano: non è diventata sindaco e ha detto addio all’Ars.Alla fine l’operazione “liste pu-lite”, che malgrado le maglie strette dei codici etici aveva visto correre per l’Ars ben 32 indagati, ha – evidentemente – spinto gli elettori a scegliere concorrenti con le fedine penali meno macchiate. Tra i casi più eclatanti, le porte chiuse in faccia a tre arrestati ricandidati: il “provocatore” Cateno De Luca (abuso d’ufficio e concussione), Fabio Mancuso, Udc, (indagato per reati finanziari) e Riccardo Minardo, Mpa, (indagato per truffa e malversazione). Tra gli indagati “eccellenti” finiti tra i trombati c’è il caso-simbolo dell’uscente Franco Mineo, Continua a leggere alla fonte su repubblica.it cliccando qui
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