Le ultime dal procedimento “senza fine” dov’è coinvolto il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. Ecco quanto accaduto oggi pomeriggio, un pomeriggio davvero “caldo”…
di Iena Giudiziaria
“Vogliamo un processo rapido e una sentenza, per questo chiederemo il rito abbreviato, condizionato a una serie di acquisizioni probatorie. E chiediamo che ci si consenta di acquisire tutto ciò che permetta di appurare appieno la verita’”. Raffaele Lombardo, con al fianco i suoi legali, il prof. Guido Ziccone e l’avv. Alessandro Benedetti – in conferenza stampa (nella foto), a Catania, in un albergo cittadino, dopo la fine dell’udienza davanti al Gup Marina Rizza nel procedimento in cui gli è contestato, assieme al fratello Angelo, parlamentare nazionale dell’Mpa, il concorso esterno in associazione mafiosa e il voto di scambio aggravato- annuncia quel che i “boatos” di Palazzo di Giustizia indicavano da tempo.
Il 23 luglio, di mattina, alla prossima udienza, davanti al Gup Rizza, con ogni probabilità arriverà formalmente la richiesta per il rito abbreviato. Quattro giorni prima, invece, il giudice Michele Fichera, della quarta sezione penale del Tribunale che giudica i fratelli Lombardo per reato elettorale, con ogni probabilità si spoglierà del processo, dopo la contestazione dell’aggravante mafiosa fatta dal Pm Carmelo Zuccaro nella scorsa udienza. Si riuniranno i due procedimenti? Il prof. Guido Ziccone, legale di Raffaelele Lombardo, se lo augura.
Intanto, questo è l’esito finale di un pomeriggio “caldo” e non solo per la temperatura torrida in Tribunale. Alle 16, Raffaele Lombardo è arrivato puntuale: per la Procura della Repubblica sono scesi a pian terreno il capo dell’Ufficio Giovanni Salvi, con i Pm Giuseppe Gennaro, Carmelo Zuccaro, Agata Santonocito e Iole Boscarino. Non è durata molto l’udienza, che ha avuto un esito importante: su richiesta della Difesa, il prossimo 23 luglio, alla prossima udienza preliminare, è prevista la conclusione dell’esame del maggiore Arcidiacono dei carabinieri del Ros che ha condotto le indagini dell’inchiesta “Iblis”. Non solo, con ogni probabilità sarà sentito lo stesso Raffaele Lombardo. Inoltre, la Difesa ha chiesto l’audizione del geologo Giovanni Barbagallo, imputato, col rito abbreviato, in “Iblis” e la Procura non si è opposta ma ha chiesto, e ottenuto, che la data venga fissata nelle prossime udienze.
In conferenza stampa, la Difesa del governatore ha anticipato anche che saranno “rimossi tutti i termini e gli impedimenti” che potrebbero “impedire la riunificazione dei due procedimenti pendenti”. Ha tenuto banco l’avv. Benedetti, che ha letto brani di intercettazioni fatte in carcere (periodo fine 2010, inizio 2011) e già depositati nel fascicolo del pubblico ministero, in cui emergerebbero presunte pressioni, o un clima di questo tipo, per accusare ingiustamente Raffaele Lombardo, a carico del geologo Giovanni Barbagallo, che ha colloqui in carcere con l’imprenditore Sandro Monaco. Barbagallo sarebbe dovuto essere sentito nell’ultima udienza, il 22 maggio scorso, del processo per reato elettorale contro i fratelli Lombardo. Invece, così non è stato.
“Nel processo, con rito abbreviato, che vede il geologo Barbagallo imputato, nel processo ‘Iblis”, due giorni prima dell’udienza del processo Lombardo, in cui sarebbe stato ascoltato –ha dichiarato l’avv. Benedetti- dopo che era stato messo agli arresti domiciliari per motivi di salute, il Pubblico Ministero, il dott. Fanara, ne ha chiesto nuovamente la carcerazione. I motivi per cui il dott. Fanara ne ha chiesto la carcerazione sono motivi legittimi, lo voglio precisare, nulla questio, ma quello che ci preoccupa è come questa ulteriore richiesta di arresto possa essere vissuta e percepita da un soggetto che ovviamente vive un momento di enorme difficoltà, cioè potrebbe essere vissuta come un ulteriore pressante invito ad accusare e a calunniare il presidente Lombardo”.
Per la Difesa di Lombardo, però, non c’è alcun ipotesi di complotto, ci sono, però, lacune investigative. Anzi, da Lombardo e dai suoi legali sono venute parole di apprezzamento del dott. Salvi e della Procura della Repubblica, di cui non si mette in dubbio la correttezza dell’operato.
Da parte sua, il Presidente Lombardo ha sottolineato, in tema di richiesta di rito abbreviato la necessità di alcune condizioni: “questa indagine va arricchita e completata” –ha dichiarato il governatore. Il riferimento è ai brani in carcere di Barbagallo, poi la vicenda della “Safab”, pilastro dell’imputazione coatta disposta dal Gip Barone; inoltre, l’argomento legato a quei rappresentanti di enti che avrebbero potuto fare favori o simili, in tema di servizi, appalti, concessioni e altro, su input di Lombardo.
Il governatore ha anche annunciato che scriverà al Presidente della Repubblica: ” di questa vicenda complessa che dura da due anni e tre mesi investirò le massime espressioni dello Stato a partire dal presidente Napolitano – dice Lombardo -. Per due volte sono stato sentito dalla commissione parlamentare Antimafia alla quale mi rivolgerò”.
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