Sicilia. Il Codacons diffida le Corti d’Appello sulla raccolta firme “fai da te”. Nuova iniziativa dopo quella sugli assenteisti all’Ars


Pubblicato il 21 Gennaio 2013

di iena politicaNon sarà un anno facile per i furbi della politica. Il Codacons, con in testa il suo presidente Francesco Tanasi, è più che mai determinato nella battaglia nei confronti di chi calpesta la legge e tradisce il mandato elettorale. Dopo la denuncia dei giorni scorsi alla Corte dei Conti nei confronti dei 29 deputati regionali chiedendo di fare luce sulla vicenda dei tesserini inseriti negli alloggi degli scranni pur essendo i rispettivi titolari non presenti in aula, adesso il Codacons lancia una nuova delicata crociata contro la raccolta delle firme “fai da te” per le elezioni nazionali. Ossia non raccolte in presenza del pubblico ufficiale con potere di autentica della sottoscrizione.Ecco il comunicato stampa diramato dal Codacons stamani con la diffida rivolta alle Corti d’Appello di Catania e Palermo.” ELEZIONI: CODACONS DIFFIDA LE CORTI D’APPELLO DI CATANIA E PALERMO A NON AMMETTERE LISTE SE LE FIRME SONO STATE RACCOLTE IN BIANCO PRIMA DELL’APPOSIZIONE DEI NOMI DEI CANDIDATI E DEL SIMBOLOSTOP AL FAI-DA-TE PER LE LISTE ELETTORALI: LA VOLONTA’ DEGLI ELETTORI CHE SOTTOSCRIVONO LE LISTE DEVE ESSERE RIFERITA A NOMI E SIMBOLO ESPRESSI E PRESENTI SUI FOGLIIn prossimità delle imminenti elezioni politiche che si terranno il 24 e il 25 febbraio 2013, il Codacons ha inviato una formale diffida alle Corti d’Appello, agli uffici elettorali nonché al Ministero dell’Interno, affinché verifichino il regolare svolgimento della presentazione delle liste dei candidati, e le modalità di presentazione dei simboli di tali liste.Nei giorni scorsi le forze politiche sono state impegnate nella febbrile raccolta di sottoscrizioni – afferma il Codacons – In seguito a diverse segnalazioni che ci sono giunte, riteniamo necessario vengano compiuti tutti gli accertamenti volti a verificare che le firme degli elettori siano autenticate da un pubblico ufficiale, il quale ha il dovere di accertare l’identità della persona che sottoscrive, controllando che sia indicato il contrassegno concernente la lista che si intende firmare.Non è possibile, infatti, raccogliere firme “in bianco” e non riconducibili ad un preciso simbolo o ad una lista di candidati.Secondo la legge elettorale – scrive il Codacons – non è ammessa la presentazione di contrassegni identici o confondibili con quelli presentati in precedenza, ovvero con quelli riproducenti simboli, elementi e diciture, o solo alcuni di essi, usati tradizionalmente da altri partiti. Inoltre, ricordiamo che le sottoscrizioni, con le relative autenticazioni, sono nulle se risultano anteriori al 180º giorno precedente il termine finale fissato per la presentazione delle candidature.Per il corretto e trasparente svolgimento delle raccolte firme, a garanzia della legalità delle imminenti elezioni politiche, il Codacons diffida dunque le Corti di Appello, gli Uffici elettorali e il Ministero dell’Interno, affinché provvedano all’immediata verifica dei requisiti sopra elencati, provvedendo – si legge nella diffida – “alla conseguente ed immediata esclusione di simboli e/o liste presentate-depositate in modo irregolare e/o illecito, al fine di non pregiudicare l’iter che porterà alla proclamazione degli eletti con successiva richiesta di annullamento dinanzi alla giustizia”.


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