Sicilia, incredibile all’Ars: sì al blocca nomine di Lombardo, no al blocca consulenze elargite a condannati e rinviati a giudizio

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di Fabio Cantarella

Blocca nomine sì, blocca condannati e rinviati a giudizio no. Sembra assurdo ma è proprio così. Il parlamentino siciliano ha approvato la norma battezzata “blocca nomine”, una legge che impedirà al governatore, in questo caso Raffaele Lombardo, di effettuare nomine dalla pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni, ossia nei tre mesi successivi alle sue dimissioni. I nostri deputati regionali non hanno invece mostrato lo stesso interesse per un emendamento di Lillo Speziale, presidente della Commissione antimafia, che prevedeva il divieto per la Regione Siciliana, i Comuni, le Province, tutti gli enti locali e le aziende sanitarie, di assegnare incarichi a persone rinviate a giudizio o condannate per una serie di reati, tra cui l’associazione per delinquere di stampo mafioso, la corruzione in atto d’ufficio, la corruzione in atti giudiziari, l’istigazione alla corruzione.

In buona sostanza anche i condannati per mafia o i rinviati a giudizio per corruzione potranno tranquillamente continuare a ricevere incarichi di consulenza negli enti pubblici. Il blocca condannati e rinviati a giudizio è stato bocciato grazie al voto segreto che ha consentito ai falsi moralisti di esprimersi contrariamente senza correre il rischio di essere criticati dalla stampa e dai siciliani. Chi è stato a proporre il voto segreto? Tra gli altri spiccano il capogruppo del Pid Rudy Maira, quello dell’Mpa Riccardo Minardo e il deputato del Pdl Fabio Mancuso. Quest’ultimo, poco prima delle operazioni di voto, aveva lasciato intendere la sua posizione sull’emendamento:”Una cosa è il rinvio a giudizio, un’altra è la condanna -ha sostenuto Fabio Mancuso– io, ad esempio, anni fa fui rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, ma dopo addirittura otto anni sono stato giudicato innocente perché il fatto non sussisteva”. E poi Fabio Mancuso ha anche sollevato la questione della presenza, nell’emendamento, del divieto soltanto per alcuni reati, ma non per altri.

Sulla stessa linea di Mancuso il capogruppo del Pid Rudy Maira: mi permetto di dire che era palesemente incostituzionale. Non veniva considerato il principio della presunzione di innocenza e perdipiù si esentavano dall’impossibilità di ricoprire incarichi coloro che scelgono i riti alternativi. Come Pid ci faremo carico di una legge voto da sottoporre al parlamento nazionale poiché tale materia ha pertinenza generale e non può subire forzature su base regionale”. Risultato? L’emendamento blocca condannati e rinviati a giudizio è stato respinto: 39 i contrari, 32 i favorevoli.

Blocca nomine. Tornando al ddl approvato ieri dall’Ars, esso vieta di effettuare “nomine, designazioni o conferimenti di incarichi in organi di amministrazione attiva, consultiva o di controllo della Regione, in enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti comunque denominati, di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o vigilanza da parte della Regione, in società controllate o partecipate dalla Regione”. Una norma che secondo i deputati di Mpa e Fli potrebbe essere cassata dal commissario dello Stato: “Ne sono quasi certo -ha ribadito il presidente della prima commissione Affari istituzionali Riccardo Minardo (Mpa)- il Commissario interverrà perché il testo è incostituzionale”. La pensa allo stesso modo il capogruppo di Fli Livio Marrocco che ha etichettato il ddl approvato ieri come “irragionevole dal punto di vista giuridico e concepito esclusivamente per sferrare un attacco strumentale al governo Lombardo”.

Il parere del governatore Raffaele Lombardo. Sulla questione posta dal ddl “blocca nomine” il giorno prima noi di ienesicule avevamo chiesto al presidente della Regione Siciliana di darci le sue impressioni. “Vogliono impedirmi di fare degli atti dovuti, provvedimenti che prevedono nomine che ogni governo regionale ha l’obbligo giuridico-amministrativo di eseguire. Immaginate voi per esempio -ha aggiunto Raffaele Lombardo– come possano enti importanti per gli artigiani e gli industriali, come la Crias o l’Irsap, restare senza le figure che l’amministrano, la loro attività sarebbe paralizzata. Se non dessi a questi soggetti gli organi di governo commetterei una omissione oltre a creare un danno alle categorie che tutelano. La strada migliore da percorrere, invece, sarebbe quella di consentire al governo che subentra di poter rivisitare le nomine fiduciarie eseguite dall’esecutivo uscente. Così da non intaccare la continuità della funzione amministrativa e la prerogativa di ogni governo di indicare le figure di propria fiducia nei vari enti”.

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Redazione Iene Siciliane

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