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Sicilia, intervista esclusiva a Nello Musumeci: “razionalizzazione del personale, snellimento della burocrazia, lotta agli sprechi, musei e spazi culturali aperti”
Pubblicato il 30 Agosto 2012
Faccia a faccia con l’esponente de “La Destra” che parla a tutto campo di elezioni, programmi, alleanze, vecchi e nuovi “nemici”, come il Gianfranco nazionale, con il quale lo scontro di qualche anno fa non si è mai sanato e avrebbe avuto un ruolo con quanto accaduto pochi giorni fa…
di Iena grossa, Marco Benanti
Stamane il candidato alla presidenza della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo degli Elefanti. Un luogo scelto non a caso perché Nello Musumeci e Raffaele Stancanelli condivideranno un patto di fine legislatura qualora il primo dovesse divenire presidente della Regione Siciliana. Un impegno per un ultimo slancio amministrativo verso il rilancio dell’Ente che ha attraversato momento assai bui (e non solo perché l’azienda che eroga l’energia elettrica creditrice del Comune lasciava le strade al buio).
Abbiamo incontrato Nello Musumeci, secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto ‘DataMonitor’ in vantaggio sugli altri candidati, che con la sua caratteristica schiettezza ha risposto alle nostre domande anche su voci che circolano in città.
Nello Musumeci che succede con Stancanelli? Stamane che ha fatto? “Ho ringraziato il sindaco”.
Un ringraziamento sincero… “E’ stato fra i primi a lanciare la mia candidatura e questo non può non avere un significato politico, vuol dire che mi riconosce capacità di mediazione e di governo. Io sono convinto che nella gravità del momento noi dobbiamo immaginare un patto di fine mandato col sindaco perché lui da sindaco e io da Presidente della Regione questa città possa avere le attenzioni necessarie e lo farei con lo stesso impegno e con la stessa dedizione che riserverei a tutti gli altri comuni della Regione perché il Presidente deve essere al di sopra delle parti, ma farlo con un sindaco amico, con la stessa storia politica e con il quale condividi alcuni obiettivi concordati, credo che sia un vantaggio del quale trarrebbe beneficio innanzitutto Catania”
Si è discusso delle modalità con cui si arriva alle candidature. Si è parlato di candidature arrivate con modalità verticistiche… “Se ci fate caso questa è l’unica candidatura nata in Sicilia, all’interno delle forze politiche siciliane, con la classe dirigente siciliana, senza benedizioni…”
Le altre sono nate a Roma… “Io credo che l’ampliamento di alcune maggioranze, la individuazione di altre candidature abbiano subìto il condizionamento romano. La mia no. L’unico condizionamento che ha subito è stata la rottura con Miccichè, per ragioni non certo legate al progetto Sicilia…”
C’entra Fini in questa faccenda? “Che bella domanda. Non lo so, non ho alcune certezze…”
E’ un’ipotesi? “E’ un’ipotesi che io ritengo dignitosa…”
Ma non vi siete mai riappacificati? “Ma non credo che sia un veto nei miei confronti, la verità è che quando una forza politica ha difficoltà ad incontrare il consenso della gente, pensa di sopravvivere destabilizzando gli altri.”
Ma questa rottura è antica? “Ma non è una rottura con me, è una rottura sul piano delle strategie politiche, perchè se un partito da solo non può reggere il confronto elettorale ha bisogno di costituirsi in polo e se il polo si sfilaccia, la sorte di quel partito appare già segnata”.
Ma oggi un elettore di destra che vede questo scenario che pensa? “Vota Musumeci e lo vota anche se è di sinistra”.
Ma la differenza destra-sinistra secondo taluni non esisterebbe più? “Beh, esasperata come lo era nella stagione delle ideologie sì sono d’accordo…”
Quando vede Crocetta che vede? “Un avversario politico, leale, meritevole di grande rispetto. Beh, era comunista per carità…”
Ora è con l’Udc? “Il problema non è di Crocetta è dell’Udc.”
Perché questa scelta di campo dell’Udc? “Proprio perché le interferenze romane condizionano il quadro politico di periferia”.
Ci sono anche scelte “imprenditoriali”? Ci sono “patti con gli imprenditori”? “Non ho prove per poterlo dire.”
Comunque, gli imprenditori stanno avendo un ruolo in questa vicenda siciliana? “Io mi auguro che gli imprenditori assumano consapevolezza del propri ruolo, nell’esercitare un’azione di stimolo, di proposta e di critica. Io nei prossimi giorni incontrerò i rappresentanti del mondo del lavoro e della produzione, vorrei però che ognugno potesse adottare le proprie scelte alla luce del Sole, anche di sostegno, di consenso e di dissenso verso questo o quel candidato, ma farlo alla luce del Sole, senza riserve, mi sembra assolutamente legittimo”.
Esempio concreto: Crocetta lancia questa proposta di vantaggio negli appalti per le aziende cosiddette “antiracket”. E poi si scopre –lo dice lui stesso- che è la stessa del Presidente di Confindustria Antonello Montante. Lo trova normale, una coincidenza? “Può capitare che fra i due ci sia identità di vedute”.
Confindustria Sicilia oggi, secondo lei, con chi sta? “Non lo so. Non ho ancora parlato con i vertici di Confindustria e lo farò nei prossimi giorni, assieme a Confcommercio, a Confagricoltura e a tutte le altre organizzazioni di categoria. Non mi appassiona questo dibattito sulle alleanze più o meno occulte, io credo che ogni organizzazione abbia il diritto di scegliere ma che lo faccia apertamente.”
Se diventasse Presidente della Regione oggi quale sarebbe il primo provvedimento? “Quello di razionalizzare il personale di cui è dotata la Regione ed è tanto. E’ assurdo che con migliaia e migliaia di dipendenti non se ne trovino due o trecento per poter tenere aperti, ad esempio, i musei e i luoghi del turismo culturale. Mi sembra assolutamente un nonsenso. Quindi, razionalizzazione del personale, snellimento della macchina burocratica e poi lotta agli sprechi. Sono i provvedimenti che dovrebbero essere adottati nei primi mesi. Su tutto questo il serio pericolo del collasso del bilancio della Regione il cui debito sembra non essere quello dei cinque miliardi di cui si è parlato in queste settimane”.
Ultima cosa: comunque vada –vittoria o sconfitta alla corsa elettorale- qui a Catania sono tutti contenti, perché lei esce dal gioco elettorale del Comune di Catania. Alla fine “fa un favore” a tutti? “Io compio un atto d’amore. E un atto di servizio per la mia terra, nel momento in cui questa Sicilia vive una fase drammatica io ho il dovere, se mi viene proposto, di non apparire ‘disertore’ “.
Sa cosa dicono taluni: “o vince o perde basta che si leva dalle palle…” “Io vorrei augurarmi di essere incomodo o scomodo ad alcuni e di essere apprezzato dalla stragrande maggioranza dei catanesi. Credo di poter optare per la seconda”.
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