Sicilia: le occasioni perdute

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Dal dossier della Fillea-Cgil di Catania: come perdere le opere pubbliche che servono. Che fare con i governi e con le aziende pubbliche che falliscono simili occasioni? Idealmente rimandarli “a scuola”!Di iena politica

In mezzo alla marea delle solite chiacchiere della classe dirigente siculoitalica, si capisce poco o nulla. Si nota, soltanto, che spesso non si conclude…un tubo. Esempi? A leggere il dossier della Fillea, la federazione degli edili, della Cgil di Catania, distribuita stamane durante un incontro sul tema del lavoro, si resta allibiti. O quasi. O forse è tutto “normale”?

Leggiamo letteralmente. Tema: la metropolitana di Catania. “…Veniamo invece al paradosso: la tratta strategica che consentirebbe ad una città metropolitana come Catania, di raggiungere dal cuore del centro l’aeroporto di Fontanarossa è la linea che partendo da Piazza Stesicoro porterà all’Aerostazione, in questo caso l’importo complessivo dei lavori è di 437 milioni di euro, dei quali 90 milioni resi disponibili dai fondi stanziati dalla Legge obiettivo che prevedevano il completamento del primo lotto funzionale.

Alle luce delle notizie che abbiamo raccolto, la FCE (Ferrovia Circumetnea, ndr) non è riuscita per tempo né a presentare un progetto esecutivo, né ad indire la gara d’appalto di questa ultima tratta, con la drammatica conseguenza che probabilmente si perderanno i 90 milioni di euro stanziati. La rimanente somma dei 437 milioni di euro, doveva metterli a disposizione, il precedente Governo Nazionale, attraverso i fondi FAS, che purtroppo non sono mai arrivati, al danno si aggiunge la beffa, perché neanche l’ultima delibera CIPE del 6 dicembre scorso, in cui sono stati stanziati 4 miliardi e ottocento milioni di euro, non vi è traccia alcuna, di somme da destinare per l’ultimazione dei lavori della Metropolitana di Catania…”. Insomma, niente male: bravi davvero.

Ma non è finita. Tema: raddoppio ferroviario Catania-Messina. Leggiamo: “sul tema infrastrutturale, va ricordato che i lavori del raddoppio ferroviario Catania-Messina si sono fermati a Fiumefreddo, malgrado nel 2003 esistesse già un progetto esecutivo e persino il relativo finanziamento pari a 1,980 miliardi di euro. E’ vero che si tratta di una somma ingente, ma va ricordato che l’ 80% dell’opera è da realizzare in gallerie e viadotti, da qui l’esorbitante costo. Purtroppo, nel 2003, in assenza di attuazione del progetto esecutivo, RFI decide di spostare il denaro altrove, utilizzandolo per la realizzazione dell’alta velocità nelle aree più ricche del Paese. E’ inutile dire che si tratta d’ un’opera indispensabile, considerata anche la nostra già precaria rete ferroviaria, il completamento della tratta di per sé rappresenterebbe soprattutto un modo concreto di coniugare il tema del lavoro ai bisogni reali della collettività.

Che il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non è in alcun modo compatibile con lo sviluppo della Sicilia, è ormai noto a tutti, basti pensare che in Sicilia esistono 1378 km di linea ferrata, 631 km sono a semplice binario e 578 km non sono elettrificate”. Finale: di fronte a tanto, non sarebbe forse meglio una “classe dirigente” di original scecchi?Iena politica

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Redazione Iene Siciliane

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