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Sicilia, Micciche’ choc su Crocetta:”mi chiedo come l’Udc possa scegliere di sostenere un uomo beatamente omosessuale”
Pubblicato il 30 Agosto 2012
di Fabio Cantarella
Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento Siciliano, Gianfranco Miccichè, dopo essersi rimangiato il promesso appoggio a Nello Musumeci, ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Regione Siciliana forte del sostegno di Raffaele Lombardo e Gianfranco Fini.
Chi conosce Miccichè sa che è un puro, ossia che mai riuscirebbe ad apparire diverso da quel che è o a non dire ciò che pensa. E così dall’incontro coi giornalisti è venuta fuori più di una dichiarazione che sottoponiamo al giudizio dei nostri lettori, affinché possano farsi un’idea più completa dei principi che caratterizzano il candidato ribattezzatosi autonomista.
Il Micciché pensiero su Rosario Crocetta, candidato indicato dall’inciucio tra Pd e Udc. “Io mi chiedo -ha detto Gianfranco Micciché- come l’Udc possa scegliere di sostenere un uomo ‘beatamente omosessuale’. Che sia chiaro: io sono sempre stato un liberale in tutto e per tutto, non ho nulla contro i gay, anzi ho molti amici omosessuali, anche intimi. Ma mi chiedo molto più semplicemente come farà gran parte di quell’elettorato cattolico che segue l’Udc ad accettarlo”.
Miccichè parla anche del magistrato antimafia Antonio Ingroia. “Avevo detto che mi sarei ritirato dalla corsa a Palazzo d’Orleans – ha aggiunto Micciché – se si fosse candidato Piero Grasso. Ma Grasso e Ingroia non sono la stessa cosa. Sarebbe come mettere sullo stesso piano Ibrahimovic e Brienza solo perché sono entrambi calciatori. Tra l’altro, la scelta eventuale del pubblico ministero di scendere in campo darebbe forza a quanto si dice in giro da tempo: che in questi ultimi anni abbia pensato più a fare politica che a fare il magistrato”.
Il leader di Grande Sud annuncia la nascita di un nuovo partito sicilianista. “Tutti abbandoneremo le sigle dei nostri partiti, per dare vita a un progetto al quale lavoro da tanti anni. Una forza politica che oggi vale almeno il 30% e potenzialmente anche più del 40%”. Parole quelle di Micciché che preannunciano come il Mpa di Raffaele Lombardo, Fli di Gianfranco Fini, l’Mps e lo stesso Grande Sud confluiranno nel nuovo soggetto politico.
Micciché spiega anche il motivo per il quale prima ha lanciato la candidatura di Nello Musumeci e poi si è tirato indietro. “Avevamo chiesto al Pdl la garanzia che non si sarebbe alleato con la Lega Nord e ci è stato detto di no. Per questo motivo abbiamo rotto con Musumeci”. Gianfranco Micciché spiega così lo strappo col candidato alla presidenza che lui stesso aveva indicato. A Nello voglio bene. E spero che questa sia una campagna elettorale senza veleni. Ma noi avevamo chiesto delle cose precise, nell’interesse della Sicilia. I partiti che lo sostengono, si sono rifiutati di accettarle”.
Micciché non rinnega la sua militanza nei partiti nazionali ma adesso li attacca a testa bassa. “I partiti tradizionali – ha detto Gianfranco Miccichè – rappresentano una disgrazia pubblica. Guardate l’Udc: pur di avere un lasciapassare per un accordo che riguarda Roma, le mire di Casini e Bersani, ma che non riguarda la Sicilia, vede i cattolici votare un uomo del Pd beatamente omosessuale”.
E a chi, giustamente gli sottolinea che quei partiti tradizionali che lui oggi attacca hanno fatto la sua fortuna (da Forza Italia al Popolo della Libertà), Micciché replica: “La nostra militanza politica nei partiti tradizionale? L’esperienza politica era necessaria per lavorare a questo progetto. Tutti i presenti qui hanno fatto parte di quei partiti. Ma ho conosciuto tanta gente che ha lavorato in alcune aziende e poi ha scelto di mettersi in proprio seguendo altri criteri e altri principi. Siamo ottimisti sul fatto che i siciliani comprenderanno la nostra scelta. Fli è un partito nazionale? Certo, ma ha rinunciato alla propria sigla e a un patto con la Lega. E non è poco. E l’ok l’ho avuto prima da una telefonata con Briguglio, poi direttamente da Fini. Il Pdl tutte queste cose non ha voluto farle”.
Micciché rompe quindi con l’amico di sempre Silvio Berlusconi e torna a braccetto con Raffaele Lombardo nei confronti del quale era arrivato anche a proporre una mozione di sfiducia. “Ho sentito ieri Berlusconi. Una telefonata dai contenuti privati, come si fa con un amico. Vi posso solo dire che non ha nemmeno provato a farmi tornare indietro. Ma era molto amareggiato. Mi ha chiesto cosa devo fare: ‘Gli ho risposto di diffondere un’agenzia con la quale invitava a votare Micciché'”. E poi sul ritrovato rapporto con Raffaele Lombardo: “Lombardo ha fatto certamente qualche errore, ma chi non ha peccato scagli la prima pietra. Ha avuto però, dimettendosi, una dignità che altri non avevano avuto. Non solo in Italia, ma anche in Sicilia. Ha abbandonato il partito affidandolo a Giovanni Pistorio, persona con cui da sempre ragioniamo. Anni fa avevamo iniziato proprio con Lombardo a lavorare a questo progetto per la creazione di un partito siciliano, che bilanciasse il peso della Lega Nord. Poi sono iniziate le liti. Ma del resto chi sta in minoranza attacca il governo ed è normale: abbiamo fatto il nostro mestiere di opposizione”.
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