Sicilia militarizzata: Caltagirone, flop No Muos


Pubblicato il 28 Febbraio 2013

di iena al Muos

Il coordinamento dei 22 sindaci dei comuni siciliani, che con convegni itineranti (ieri a Caltagirone fra 15 giorni a Comiso), si prefigge di informare sui rischi per la salute che si corrono dopo una lunga esposizione alle onde elettromagnetiche, dovrà cambiare strategia. Un flop. Pubblico zero. Numerosi sul palco, i delegati, in quanto “per precedenti impegni istituzionali” non hanno potuto prendere parte ai lavori i relatori annunciati. In sala qualche cronista, la web Sicily tv, video golfo Gela e Rai 3, 15 attiviste del No Muos mamme di Niscemi.Dopo i convenevoli saluti del sindaco di Caltagirone Bonanno (“non siamo disponibili a che gli Americani, installino strumenti di questo tipo in casa nostra, vadano nei loro territori a piazzare questi arnesi di morte”) il sindaco di Niscemi La Rosa ha detto: “il Muos non si farà a Niscemi, ma vigileremo e ci opporremo alla sua realizzazione anche in altri siti, perché la salute è sacra”.

Numerose sono state le critiche nei confronti del prof. Zichichi per aver dichiarato che il Muos non è nocivo: per questo dai sindaci saranno richieste le dimissioni da assessore della giunta Crocetta.

Il coordinamento delle mamme no Muos di Niscemi, tramite la portavoce, Concetta Gualato, ha sottolineato come l’emergenza Muos, col blocco dei lavori, non rappresenti, al momento, la priorità, che invece consiste nei veleni che da oltre 20 anni, le 43 antenne in funzione, sprigionano. A Niscemi, tumori alla tiroide, agli organi riproduttivi, e distacchi della retina in adolescenti, non possono non essere collegate all’emissione delle onde elettromagnetiche, pertanto conclude la Gualato “lotteremo perché siano spente le 43 antenne che da 20 ci avvelenano l’esistenza”.

Di spessore la relazione, della Presidente ADAS Falcone: “i soggetti più a rischio radiazioni, oltre ai bambini e agli anziani, sono i portatori di protesi metalliche, di peace-maker, di protesi dentarie, non bastano dopo 20 anni, sterili rituali del rimando, bisogna essere concreti”; continua Falcone “bisogna buttare nella spazzatura, gli studi pagati dagli operatori di telefonia mobile, gli studi seri sono quelli autofinanziati, come quelli del luminare prof Levis, la legislazione italiana in tema di elettro sensibilità, è molto indietro, l’Italia ha il dovere di adeguarsi alla normativa europea, perché la salute viene prima degli interessi militari o strategici- conclude Falcone- dobbiamo sollecitare la Regione a togliere di mezzo un decreto, a tutela del Muos, in quanto peggiorativo della normativa Nazionale, ovvero sono estesi i limiti delle radiazioni anche in ambito militare, questo decreto deve sparire”.


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