l’editoriale di iena delusaUrne aperte e siciliani chiamati a scegliere coloro che li rappresenteranno per i prossimi cinque anni. E’ stata una campagna elettorale che ha lasciato l’amaro in bocca, ricca di annunci (rimasti tali) sensazionali e scambi d’accuse al veleno. Ci aspettavamo che finalmente si parlasse solo ed esclusivamente dei problemi dei siciliani e delle strategie per risolverli. E invece no, dei programmi s’è parlato poco e nulla, l’obiettivo principale è stato quello di mettere in cattiva luce l’avversario. Una tentazione alla quale, a turno, non ha saputo resistere quasi nessuno e così è da oltre un mese che a fare notizia è quasi ed esclusivamente la presenza d’indagati o condannati in questo o in quello scheramento. Tutti contro tutti. Oddio, è doveroso far emergere la presenza di soggetti “poco raccomandabili” nelle varie liste, ma tale azione dovrebbe costituire un particolare di una campagna elettorale e non il tema principale. Ma così non è stato con la conseguenza che è risultato davvero difficile conoscere i programmi dei vari candidati anche per gli addetti ai lavori.La più grossa ipocrisia poi, l’ha messa in campo chi ha puntato il dito contro i partiti considerandoli la causa del disastro mentre in realtà non sono che l’effetto di un mondo che gira al contrario. Niente di più falso, il disastro affonda le proprie radici in una società malata, corrotta e collusa per cultura. I partiti e i politici non sono altro che l’effetto (e non la causa) di una società che ogni giorno si distingue in negativo per episodi che vedono coinvolti dai magistrati (l’ultima, la condanna in primo grado di qualche giorno addietro, a tre anni e sei mesi, dell’ex presidente del Tar Calabria, Passanisi), esponenti delle forze dell’ordine, imprenditori, dirigenti e funzionari pubblici e privati. Una società di questo tipo non può che esprimere politici dello stesso tipo! E’ una conseguenza automatica e quindi fa pura demagogia chi si presenta agli elettori dicendo di voler cambiare la Sicilia distruggendo i partiti.Anche perché alla fine in ogni lista, in ogni partito, c’è gente perbene, eppure a prendere i voti sono per lo più i meno affidabili. La gente si lamenta e poi tributa decine di migliaia di voti a personaggi che hanno governato questa terra per decenni riducendola in queste condizioni. Eppure dentro l’urna sono liberi di votare, ma loro votano sempre gli stessi. E allora vi chiediamo: si può cambiare chi non è disposto a votare il cambiamento? Si può salvare chi ancora oggi voterà, e saranno decine di migliaia, soggetti indagati, condannati, coinvolti in episodi dubbi, mentre avevano la possibilità di votare qualcuno pulito? Domani lo vedrete quante migliaia di voti raccoglieranno certi impresentabili! E allora la colpa è dei partiti o di chi li vota?Cosa significa? Che il cambiamento non si fa attaccando la politica perchè equivale a dire “voglio cambiare per non cambiare nulla”. Il cambiamento si pone in atto riportando alla sana cultura chi vota questi politici che ci hanno ridotto in mutande! Se il politico Tizio, chiacchierato da più parti, raccoglie 15mila preferenze e viene eletto all’Ars la colpa non è dei partiti ma di quei 15mila ignoranti e autolesionisti che lo hanno votato magari in cambio di una promessa che non sarà mantenuta o di qualche decina di euro. Anche perché il partito, di destra o sinistra che sia, alla fine fa una valutazione e non può esimersi dal candidare chi la gente riempie di voti: sarebbe contro ogni regola democratica fare il contrario! Sono gli elettori che scelgono e se non hanno la voglia e la forza di cambiare loro, non si capisce perché dovrebbero farlo i partiti che alla fine esistono proprio perché c’è chi li vota in massa.Il problema quindi va spostato: come si fa a cambiare chi ancora oggi vende il proprio voto per una promessa di lavoro o per denaro? Questa gente merita il cambiamento? Oppure merita il riformatorio? Certo, qualcuno non fa che dire che l’antipolitica ha riempito le piazze, ma vi chiediamo noi: alla fine quanti di coloro che erano nelle piazze saranno disposti a votare contro i partiti? A mettere da parte un certo malcostume, quello del voto clientelare, che ci ha sempre caratterizzati? Lo sapremo domani, però noi vi anticipiamo una cosa: gli indagati, i condannati, i chiacchierati, i nullafacenti, i corrotti, coloro che da decenni ricoprono ruoli apicali nella politica senza nulla aver mai fatto per questa terra (anzi molto spesso se la sono venduta al miglior offerente) raccoglieranno una marea di voti, come sempre! La colpa è solo dei partiti che li candida? Pensateci bene…
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