di iena politica
“Se lascio tutto, la Presidenza della Regione, le cariche politiche, lo faccio con serenità. Credo di aver toccato l’apice di un percorso politico. Per questo non ci sono rimpianti, anzi, una grande soddisfazione. Credo di aver fatto, pur tra mille limiti, il mio dovere. Ringrazio il popolo siciliano e auguro a tutti voi 90 di servire, e servire meglio, la Sicilia”. Con queste parole il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo (nella foto con la puledra nata dallo stallone donato alla Sicilia dal sultano dell’Oman), come aveva annunciato nelle scorse settimane, si è dimesso dalla carica istituzionale pià alta della Regione.
“Serve una politica in grado, se serve, di alzare la voce da pari a pari anche contro lo Stato– ha aggiunto Raffaele Lombardo parlando all’Ars-. Anche al punto di prendere atto, che, piuttosto che essere ogni giorno vituperati come fossimo una palla al piede, che ci si liberi. Il piede da una parte, e la palla dall’altro. Prendiamo l’esempio di Malta. Io spero che questa mia decisione possa aprire una nuova stagione politica fatta da uomini liberi, in grado di arginare la piaga dell’ascarismo e del trasformismo. E capaci di riconquistare l’autonomia e realizzarla in tutti gli articoli dello Statuto. Sono convinto che non c’è autonomia gestionale, senza autonomia politica. Questi quattro anni sono serviti anche a rendercene conto. E io non considero negativo questo proliferare di movimenti civici, di gruppi di deputati, che si sono resi conto che i partiti tradizionali non possono dare risposte”.
Si voterà, quindi, il 28 e 29 ottobre prossimi. Nel frattempo il governo avrà la possibilità di operare solo per l’ordinaria amministrazione.
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