Sicilia, rischio ambientale e militarizzazione del territorio: “NO MUOS fra festa e protesta”

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a cura di iena ecologica

Si è svolta ieri, nella splendida cornice naturale del Teatro Verde, nell’ “Alveo del Torrente”, a Macchia di Giarre, nel catanese, l’ attesa manifestazione “No MUOS fra festa e protesta”. L’evento, finalizzato a fornire quanta più informazione possibile circa la tematica del MUOS, anche grazie agli studiosi e ai professionisti intervenuti nel corso dei dibattiti, ha rispettato le aspettative degli organizzatori.“Dopo mesi di organizzazione è bello vedere che la gente si sia interessata a questo fenomeno che possiamo dire semi-sconoscuto. Tutti ne siamo, ne saremo, colpiti, ma in pochi ne erano a conoscenza. Ed è assurdo dal momento in cui riguarda tutti. Se i presenti, rientrati a casa, dedicheranno questa sera anche soltanto un pensiero al Muos allora possiamo dire di aver fatto un ottimo lavoro-racconta soddisfatto uno degli organizzatori.

Sapete cos’è il MUOS?Il MUOS (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazione satellitare della marina militare statunitense, composto attualmente da tre stazioni collocate in Virginia, Hawaii e Australia, cui dovrebbe presto aggiungersene una quarta in Sicilia – all’interno della riserva naturale “Sughereta di Niscemi” – formata da tre parabole del diametro di 18,4 m. ciascuna, le cui pericolose onde elettromagnetiche graverebbero su esseri umani, flora e fauna in un raggio di 140 km (parola dei fisici del Politecnico di Torino, Zucchetti e Coraddu) e che dunque interesserebbero tutte le province della regione, arrivando perfino a lambire l’isola di Malta.

Più di 130 gli enti che hanno sostenuto la manifestazione, tra questi associazioni di vario genere, aziende, artisti, comitati, testate giornalistiche. Oltre ai momenti di “Festa” (come la visita didattica all’apiario, le danze popolari e la musica live), la “Protesta”, seppur pacifica.A metà mattinata, ecco “Sindaci sul Ring: la salvaguardia del territorio” dibattito moderato da Marisa Falcone presidente Adas associazione per la difesa dell’ambiente e della salute.Ad aprire il dibattito Teresa Sodano sindaco di Giarre per i consueti saluti istituzionali.Sul palco il sindaco di Niscemi Francesco La Rosa, il vice sindaco di Vittoria Fabio Cavallo e l’assessore al territorio del comune di Modica Giovanni Spadaro (nella foto un momento del dibattito).“Chi ne era a conoscenza e non ha detto-fatto nulla per evitare tutto ciò è complice di uno scempio disumano” ha dichiarato il primo cittadino niscemese. Tante le domande sollevate dal pubblico e che hanno trovato riscontro, in un proficuo botta e risposta. Intervenuto anche il professore Giuseppe Maida in veste di “semplice cittadino” così come ha voluto essere presentato, con delle grosse croci in legno. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Rino Strano, wwf Sicilia. Ha parlato anche Antonio Tomarchio, consigliere provinciale catanese dei Comunisti Italiani, che, con il “collega” Valerio Marletta di Rifondazione, nel 2009, ha presentato un ordine del giorno sul tema Muos a Palazzo Minoriti.Strano, oltre ai danni ambientali delle onde elettromagnetiche, ha parlato anche delle audizioni parlamentari dello scorso 11 settembre, alle quali ha preso parte insieme ad altri rappresentanti istituzionali e non soltanto. “Finalmente la questione MUOS sta diventando di ordine nazionale. Uno degli obiettivi più importanti dei Comitati No MUOS era quello di far uscire la problematica dalla dimensione locale: è stato compiuto un enorme passo in avanti in questo senso” ha dichiarato.

In audizione alla Commissione Difesa della Camera e alla Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito del Senato i siciliani (Peppe Cannella, Rino Strano, il sindaco di Vittoria Nicosia con l’assessore Caruano, il sindaco di Niscemi La Rosa insieme all’assessore Ficicchia e Giuseppe Maida) hanno spiegato, fornendo una vasta documentazione, le ragioni di quanti si oppongono fermamente alla costruzione della stazione di terra del sistema MUOS all’interno della Riserva Naturale Sughereta di Niscemi. Durante l’incontro romano i siciliani hanno altresì denunciato i pericoli rappresentati dalle radiazioni elettromagnetiche emanate dalle quarantuno antenne americane già esistenti e il processo di militarizzazione che i territori e i cittadini siciliani sono costretti a subire.

Non tutti sanno, infatti, che presso la base militare americana di Niscemi, esistente dal 1991, è presente un’importante centrale di telecomunicazioni il cui nome è Naval Radio Trasmitter Facility (NRTF-8) con ben 41 antenne istallate. Tra il dicembre del 2008 e l’aprile del 2010, l’Arpa Sicilia (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) ha effettuato una serie di rilevamenti sulle emissioni di onde elettromagnetiche generate dalla stazione; i fisici nucleari del Politecnico di Torino, Zucchetti e Coraddu, che hanno studiato il caso piú recentamente, hanno affermato:la situazione reale è con ogni probabilità, ancora peggiore di quella evidenziata dalle misurazioni ARPA, sia per il tipo di strumenti di misurazione impiegati, che non erano in grado di valutare il contributo dell’antenna a basse frequenze (quella più potente), sia perché al momento del rilevamento l’impianto non era pienamente funzionante. Per un principio di salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente, non dovrebbe essere permessa alcuna installazione di ulteriori sorgenti di campi, e anzi occorre approfondire lo studio delle emissioni già esistenti e pianificarne una rapida riduzione, secondo la procedura di “riduzione a conformità” prevista dalla legislazione italiana in vigore.Il tema del dibattito pomeridiano si è incentrato proprio sulle problematiche già scaturite dalle antenne installate nel lontano 1991, sommando il tutto alle eventuali conseguenze MUOS. Cinque i temi focali, ognuno dei quali approfondito da uno specialista.Per i rapporti istituzionali, è intervenuto Massimo Ficicchia, assessore sanità e ambiente Niscami, il quale, puntando il dito contro la vecchia amministrazione, ha garantito ai cittadini la massima disponibilità e collaborazione della nuovaPer i risvolti sanitari, è intervenuta l’avv. penalista e consulente di diritto ambientale Marisa Falcone, presidente Adas, la quale ha illustrato i danni provocati dagli apparecchi che producono onde elettromagnetiche, dal piccolo forno a microonde domestico, fino ad arrivare al MUOS. Effetti sanitari dovuti alla prolungata esposizione a campi elettromagnetici sarebbero, per citarne alcuni, insorgenza di tumori, leucemie, cataratte con maggior rischio per i tessuti poco vascolarizzati.Per le ricadute ambientali, Rosario Mascara, del fondo siciliano per la natura di Niscemi. L’area nella quale verrà attivata la stazione MUOS è protetta. Infatti questa si trova all’interno della Riserva Naturale della Sughereta di Niscemi, uno dei pochi parchi naturali con alberi da sughero ormai rimasti in Italia. Al suo interno è presente una fitta e rigogliosa vegetazione tutelata da leggi rigorose che vietano a chiunque di danneggiare o deturpare in qualsivoglia maniera alberi e ambiente. Nel 2000 il parco è stato inserito nella Rete Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel 2008 il Piano territoriale della Provincia di Caltanissetta ha stabilito che presso la Sughereta non è concesso realizzare nuove costruzioni e infrastrutture compresa l’installazione di antenne e tralicci.I lavori che sono stati necessari per costruire la base su cui impiantare il MUOS hanno causato lo sventramento di grande parte di una collina, disboscata e spianata per creare la grande superficie su cui collocare le antenne e un grosso bunker, ad esso adiacente, nel quale avranno sede gli alloggi dei militari e le sale di controllo e di comando. Tutto ciò con evidente violazione delle norme che tutelano la fauna e la flora presenti nel parco.Per la riscossa civile, Peppe Cannella, coordinatore siciliano comitati NO MUOS che con la sua energia è riuscito a coinvolgere il pubblico che lo ha acclamato più volte nel corso del suo intervento. “Il popolo deve avere una reazione, soltanto così avremo delle risposte. In molti hanno detto che giorno 11 settembre i comitati no Muos hanno accompagnato i sindaci a Roma, ebbene non è così: se il NO MUOS esiste, se siamo arrivati fin qui, è grazie a noi. Noi abbiamo dato le carte ai sindaci, Loro hanno bisogno di Noi! Noi siamo i pilastri e la vera anima del Movimento”.Grande assenza quella del quinto relatore, il giornalista Antonio Mazzeo a causa di un ritardo ferroviario. Mazzeo avrebbe dovuto trattare il tema della sovranità militare, tematica affidata al giovane Vincenzo Cummaudo del movimento No Muos di Niscemi, il quale ha raccontato di essere stato indagato insieme ai suoi compagni dalla magistratura di Caltanissetta, a seguito della tre giorni (la prima settimana di settembre) di sit-in pacifico davanti alle antenne MUOS. “Protestavamo con pentole, non facevamo nulla e invece sono intervenute le forze dell’ordine. Loro ci stanno uccidendo e noi non possiamo fare nemmeno baccano? Ho 27 anni, sono cresciuto sotto le onde elettromagnetiche. Molti miei amici hanno problemi alla tiroide, Niscemi vanta un altissimo tasso di cancro e leucemia. Ci stanno ammazzando, ed io, povero cittadino innocente vengo incriminato perché tento di salvare la vita ai miei figli?“.

Il nuovo sistema di parabole MUOS della Marina Militare americana non può essere costruito. Nelle Commissioni parlamentari, sono stati assunti degli importanti impegni formali – hanno concluso Cannella e Strano – la lotta continua. Non ci fermeremo”.

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Redazione Iene Siciliane

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