Sicilia, scandalo benzina, Codacons e Unione Nazionale Consumatori: “abbattere immediatamente il prezzo alla pompa dei carburanti per i cittadini siciliani”

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L’associazione di tutela degli utenti evidenzia l’ennesima vergogna. Il governo non riunisce il Crcu, il Consiglio Regionale dei Consumatori ed Utenti. E per le famiglie problemi seri anche dall’inflazione: la denuncia pubblica del segretario nazionale Tanasi…

a cura di iena incazzata

Il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori) e l’Unione Nazionale Consumatori Sicilia si sono incontrati d’urgenza per valutare le più opportune iniziative da intraprendere contro gli esagerati aumenti in Sicilia dei carburanti alla pompa. Se le industrie, i gestori, il governo nazionale e regionale pensano che i cittadini, le famiglie, gli utenti e i consumatori siciliani si siano abituati alla crisi e accettano quindi tali aumenti di prezzo, si sbagliano certamente- affermano il Presidente Regionale del Codacons Giovanni Petrone e Manlio Cardella, Presidente Regionale dell’Unione Nazionale Consumatori .Il livello di guardia è stato superato aggravando l’economia delle famiglie. Entrare in un’area di servizio e fare un pieno di benzina o gasolio a 2 euro ed oltre al litro causerà nelle prossime settimane l’aumento indiscriminato dei prezzi dei beni di prima necessità e di tanti altri prodotti dei vari settori merceologici; lo stesso accadrà per l’energia elettrica, per il metano per usi civili ed industriali, per i trasporti e i servizi pubblici.A seguito di ciò i consumatori siciliani si chiedono quali siano le vere ragioni del mancato funzionamento del CRCU – Consiglio Regionale dei Consumatori ed Utenti che non riesce a riunirsi.A questo proposito Petrone e Cardella ritengono che il Governo Regionale dovrà fornire chiarimenti circa la perdurante impossibilità di riunire il CRCU che impedisce in tal modo qualsiasi azione di tutela, garantita dalla legge, verso i consumatori siciliani di fronte all’aumento indiscriminato di prezzi e tariffe, del caro vita fuori controllo, della impossibilita di accesso al credito.Il CRCU, continuano Petrone e Cardella, deve potersi riunire con urgenza per elaborare proposte da sottoporre al Governo della Regione in materia di prezzi sui carburanti. Tale richiesta nasce dal fatto che la Sicilia raffina e distribuisce il 42% del totale di greggio lavorato in Italia e consuma 2.258.000 tonnellate di carburanti, cioè ben il 15% di ciò che raffina.La nostra Regione vede attive ben cinque raffinerie: tre in provincia di Siracusa (Augusta, Melilli e Priolo), una in provincia di Messina (Milazzo) e una in provincia di Caltanissetta (Gela). Da non sottovalutare la portata dei costi di questa lavorazione sull’ambiente con pesanti ripercussioni sulla salute dei siciliani che vivono nei comuni a prevalente industria petrolifera. Pertanto è arrivato il momento affinché il CRCU discuta ed elabori una serie di proposte riguardanti l’abbattimento della quota di accise sui carburanti che potrà abbassare il prezzo alla pompa dei prodotti immessi sul mercato in Sicilia.Ciò al fine di garantire così un prezzo più basso, che consentirebbe ai consumatori, alle famiglie, agli operatori economici di combattere il dilagante carovita, causa della recessione che ha colpito anche la nostra Regione.Inoltre Petrone e Cardella propongono di istituire un’ Autority ed un Osservatorio Regionale per il monitoraggio dei prezzi e delle tariffe di acqua e rifiuti. L’aumento ingiustificato delle tariffe colpisce il reddito delle famiglie, dei consumatori, degli utenti e delle piccole e medie imprese. E’ necessaria l’istituzione del Paniere Istat regionale per rappresentare l’economia, la produzione ed i consumi delle famiglie siciliane.E’ indicativo inoltre il fatto che nessuno di questi argomenti di pesante e grave attualità faccia parte delle dichiarazioni programmatiche e politiche dei partiti e dei candidati alla Presidenza della Regione Siciliana.Codacons e Unione Nazionale Consumatori Sicilia in assenza di immediati provvedimenti si riservano clamorose iniziative che coinvolgeranno i cittadini ed utenti sin dalle prossime settimane.

Ma i problemi per le famiglie arrivano anche dal governo nazionale. Ha calcolato il Codacons che una famiglia di tre persone ha perso 550 euro per colpa dell’aumento dei prezzi. Per questo Tanasi sollecita che “il governo adegui all’inflazione reale le retribuzioni pubbliche e le pensioni”Secondo i dati resi noti dall’Istat, a luglio le retribuzioni contrattuali orarie sono salite dell’1,5% su base annua, ben al di sotto dell’inflazione che nello stesso mese era pari al 3,1%.In pratica, tradotto in cifre, è come se una famiglia di 3 persone avesse avuto una perdita del potere d’acquisto equivalente a 550 euro, una tassa invisibile che continua a dissanguare gli italiani e l’Italia.Per Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons, infatti, è per questa ragione che in Italia da 10 anni c’è una bassa crescita: dall’introduzione dell’euro, nel 2002, salari e pensioni non sono state adeguati all’aumento del costo della vita, nel frattempo raddoppiato, ed ora le famiglie sono costrette a ridurre persino le spese obbligate, come i consumi alimentari, con effetti negativi sulla crescita del Paese.Fino a che si aumentano Iva ed accise, infiammando i prezzi, e contemporaneamente si bloccano pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici per ben 3 anni, i consumi continueranno a crollare ed il Pil a precipitare.Ecco perché Tanasi chiede a Monti di sbloccare anticipatamente i contratti della pubblica amministrazione e di destinare le poche risorse disponibili, invece che a ridurre ulteriormente il costo del lavoro (già ridotto, senza alcun effetto per l’economia, fin dal “dl Salva Italia”), alla rivalutazione degli stipendi e delle pensioni, anche quelle sopra 1400 euro, all’inflazione reale.

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Redazione Iene Siciliane

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