Sicilia, secondo Demopolis: Mpa 16%, Pd 15,2%, Pdl 15%, Udc 12,5 %, M5S 9,5%, GS 7,5%, Fli 4,5%, Idv 4,1%, Sel 3,6%, La Destra 3%, Pid 3%

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di iena elettorale

Secondo uno studio del “Barometro Politico” di agosto dell’Istituto nazionale di ricerche Demopolis, se si votasse oggi appena il 61 per cento dei siciliani si recherebbe alle urne per l’elezione del nuovo presidente della Regione e per il contestuale rinnovo del parlamento siciliano, mentre ben quattro elettori su 10 resterebbero a casa, a conferma di una crescente insofferenza verso la classe politica nel suo insieme: la fiducia dei siciliani nei partiti è crollata dal 22% del 2006 al 4% odierno.

“All’indomani delle dimissioni di Raffaele Lombardo – ha afferma il direttore dell’Istituto Demopolis, Pietro Vento – il quadro delle intenzioni di voto dei siciliani appare decisamente confuso e frammentato: al dato dell’astensione dichiarata va aggiunto il numero di quanti non saprebbero per chi votare: il 28% dell’elettorato non esprime oggi una specifica intenzione di voto”.

Secondo la ricerca, se ci si recasse oggi alle urne per le elezioni regionali, il Mpa del presidente uscente otterrebbe il 16%: primo partito nell’Isola. Appena un soffio sopra i due principali partiti nazionali, che pagano più degli altri in Sicilia l’astensionismo e l’onda nazionale dell’antipolitica, ma anche le proprie incertezze e le troppe divisioni interne: il Pd si posiziona al 15,2%, il Pdl al 15%. Appare stabile al 7,5% Grande Sud di Miccichè: un dato, anche questo, quasi certamente destinato a mutare durante la campagna elettorale.

In netta crescita, al 12,5%, appare l’Udc di Gianpiero D’Alia, decisivo ago della bilancia tra PD e PDL negli scenari di coalizione per la Presidenza della Regione.

Pur senza candidati al momento visibili, secondo i dati dell’Istituto Demopolis, si attesterebbe al 9,5% il Movimento Cinque Stelle, che catalizza il voto di protesta di fronte all’assenza di concreti e percepibili segnali di rinnovamento da parte dei partiti tradizionali.

Sotto la soglia del 5%, ad oggi, gli altri partiti: su un versante, 3,6% per SEL di Vendola, 4,1% per l’IdV di Antonio Di Pietro, 1,3% per FdS. Da considerare il probabile impatto di un’eventuale lista guidata dall’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta che sembrerebbe oggi in grado di recuperare segmenti significativi di cittadini delusi ed indecisi, in particolar modo nell’area di Sinistra.

Sul versante opposto, nel Centro Destra, risale il Pid che si posiziona al 3% insieme alla lista di Nello Musumeci, leader della Destra, in grado potenzialmente di attrarre – soprattutto in provincia di Catania – consensi più ampi, ben oltre la sua area di riferimento. 4,5% infine per Futuro e Libertà, mentre ottengono insieme il 2,5% API e MpS. Dati, quelli dei partiti presenti nella coalizione del Governo uscente, destinati ad evolversi nel corso della campagna elettorale. Sotto il 2% altre liste minori.

“Il ‘dopo Lombardo’ – aggiunge il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – sembra caratterizzato da uno scenario di grande frammentazione, mai registrato in passato: con nessun partito che supererebbe oggi nell’Isola il 16% nei consensi. Appena sei liste raggiungerebbero, senza accordi tecnici, la soglia richiesta del 5% necessaria per l’accesso ad un Assemblea Regionale Siciliana.

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Redazione Iene Siciliane

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