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Sicilia, secondo il Cna nel primo semestre del 2012 ben 721 aziende artigiane in meno. Dal 2008 ad oggi, chiuse 4mila aziende
Pubblicato il 14 Luglio 2012
di Fabio Cantarella
E mentre i politici siciliani sono sempre più impegnati nelle loro lotte di potere, l’Isola continua a fare i conti con la recessione economica. Infatti, il primo semestre del 2012 ci dice che le imprese artigiane sono ben 721 in meno rispetto all’inizio dell’anno. A dirlo è il Rapporto sul credito alle imprese in Sicilia della Cna, illustrato nei locali della Camera di Commercio di Palermo.
Emerge anche un altro dato inquietante: la crisi, dal 2008 ad oggi, ha fatto registrare la chiusura di circa 4mila aziende. Provate ad immaginare quanti posti di lavoro sono andati persi, mentre i nostri “carissimi” politici siciliani sono presi dalle lotte sulle nomine negli enti che contano. Ormai rappresentano solo sé stessi e i loro egoistici interessi. E così, in soli dieci anni, il 5 percento dell’artigianato siciliano ha dovuto chiudere i battenti.
Secondo Mario Filippello, segretario regionale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa “in questi mesi abbiamo sviluppato una serie di iniziative per rispondere alle domanda di credito dei nostri associati e dalla Regione sono venute pochissime risposte. Resta bloccato il ddl 119 e con esso anche una cospicua fetta dei fondi del Po 2007-2013. Il nuovo intoppo è segnale sconfortante per l’economia siciliana”. Ce ne siamo accorti da soli.
Filippello ha poi spiegato come la Crias ha erogato negli ultimi 18 mesi 203 milioni per artigiani, agricoltori e autotrasportatori con i fondi di rotazione, ma quest’ anno l’attività dell’ ente sarebbe rimasta bloccata per tre mesi. Secondo il rapporto il costo del denaro è aumentato del 1,4 per cento, attestandosi al 7,4%; i tassi del credito alle imprese stanno volando verso il 10%, configurando un costo insostenibile per il sistema produttivo.
E i nostri “carissimi” politici che fanno? Basta fare un giro per le numerose testate giornalistiche online per rendersi conto che sono presi da ben altri problemi…
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