Sicilia zona arancione: la critica di Giovanni Trimboli (Presidente ristoratori della FIPE-Confcommercio di Catania)


Pubblicato il 09 Gennaio 2021

“Ordinanze confuse, Governo che dà l’impressione di navigare a vista, quasi trenta Dpcm emanati dall’inizio della pandemia hanno portato, alla fine, solo chiusure inutili e gravi problematiche socio finanziarie, con perdite sul territorio di aziende e posti di lavoro”.

A parlare è il presidente dei ristoratori della FIPE -Confcommercio di Catania Giovanni Trimboli, una delle categorie imprenditoriali maggiormente colpite dalla crisi. “La chiusura di bar, ristoranti e attività di somministrazione, secondo il CTS, serve a contrastare la pandemia ma, visti gli scarsi risultati ottenuti da questo provvedimento, non è certo colpa dei ristoratori se la Sicilia è in zona Arancione -, continua amareggiato Trimboli – eppure si persevera su questa scelta che penalizza un comparto che ha fatto di tutto per adeguarsi alle normative anti Covid affrontando spese enormi e con aiuti insufficienti da parte dello Stato.

Sarebbe stato meglio un lockdown totale, una zona Rossa, così non si risolve niente, ormai è un dato di fatto assodato che le nostre attività non possono andare avanti solo con l’asporto e il delivery. Gli unici a restare chiusi sono sempre e solo i ristoranti, le pizzerie, i locali serali e i bar aperti al 40%. Lasciano tutto il resto aperto. E per tutto intendo tutto, comprese le chiese per le funzioni religiose; assembramenti ovunque, basta andare in giro per accorgersi che non si rispetta distanziamento sociale e mascherine. Perciò, continuiamo a chiederci: a cosa serve fare restare chiusi solo noi, sin dall’inizio della pandemia, pagando un prezzo altissimo e non si è mai risolto niente? Forse è meglio mirare altrove invece di perseverare negli errori.

Le perdite nel settore della somministrazione e dell’indotto ormai hanno sforato numeri assurdi e i ristori che il Governo ha messo in campo non hanno neanche coperto il 20% delle perdite -. conclude Trimboli – Il puntare il dito contro di noi dà l’impressione che sia diventata una scusa per coprire i loro errori. Vogliamo che i ristori rimborsino il pari degli incassi dello scorso anno e si prenda sul serio l’ipotesi di un saldo e stralcio del debito delle tasse che ci verranno richieste da qui a pochi mesi”.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento

Altre Notizie

1 min

Domenica 2 febbraio alle ore 19,30 nel salone Bellini di palazzo degli elefanti, alla presenza di autorità civili, religiose e militari si terrà la 28^ cerimonia di conferimento della Candelora d’oro 2025, assegnata quest’anno all’attore Tuccio Musumeci, decano degli artisti teatrali siciliani simbolo della catanesità. “La Città di Catania -ha detto il sindaco Enrico Trantino […]

1 min

 Il segretario provinciale Avv. Piero Lipera, d’intesa con il segretario nazionale, Totò Cuffaro, su proposta del coordinatore di collegio, Nicola Gangemi, ha nominato Paola Emanuele quale commissario cittadino della Democrazia Cristiana della città di Riposto.Paola Emanuele, classe ‘76, avvocato specializzato in materia civilistica, già consigliere e assessore comunale, da sempre attenta alle esigenze del territorio della cittadinanza, ha così dichiarato: “Decisi di aderire alla DC […]

2 min

“La Cgil di Catania continuerà a lavorare attivamente affinché i cittadini votino “sì” ai cinque quesiti abrogativi del referendum che si voteranno tra pochi mesi”. Lo dice il segretario generale della Camera del lavoro, Carmelo De Caudo, all’indomani della decisione della Consulta per quel che riguarda i quesiti sui temi del lavoro e della cittadinanza.“Il […]

4 min

La nuova produzione del TSC, insieme a Fondazione Teatro di Roma e Teatro Vittorio Emanuele di Messina, sarà in scena fino al 2 febbraio. La storia, tratta dal testo di Ronald Harwood, racconta la vita del grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler, interpretato da Stefano Santospago. foto di Antonio Parrinello. Catania, 20 gennaio – La Sala Verga del Teatro Stabile di Catania ospiterà […]