Sifus Confali, Abate: “consorzio di bonifica di Catania, fra sgravi e mancati servizi”


Pubblicato il 19 Febbraio 2020

Consorzio di bonifica di Catania senza pace. O meglio al centro di critiche dai diretti interessati. Ernesto Abate di Sifus Confali ha spiegato, dati alla mano: “ormai dal 2017 ad oggi la tendenza crescente degli sgravi consortili non ci stupisce affatto!

Difatti si è passati da una cifra di 300.000 euro circa del 2017 (riferito all’anno 2016), ai 500.000 euro circa del 2018 (riferito all’anno 2017), per arrivare a 700.000 euro circa nel 2019 (riferito all’anno 2018); ma vuoi vedere che nel 2020 brinderemo per il raggiungimento del milione di euro?”. Di cosa si tratta?

Si tratta -spiega Abate- di soldi da restituire agli agricoltori, per il mancato servizio erogato. Somme che il Consorzio incassa in meno e soldi che vengono tolte dalle casse consortili che, se spesi per la dovuta manutenzione, avrebbero accresciuto il grado di soddisfazione e fabbisogno del mondo agricolo. In questo modo, infatti, si creerebbe non solo una riduzione degli sgravi, ma addirittura una maggiore percentuale di contribuenti capaci di sostenere il costo del balzello.”

Il sindacato Sifus Confali, quindi, critica la gestione dell’ente consortile”infatti -continua Abate- ormai i direttori generali, più comunemente chiamati manager per norma di legge, in materia, imprimono con le loro linee guida l’orientamento funzionale.
E politico regionale rispetto alla scelta opinabile di aver creato due mega comprensori come Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale.”

Di qui, la questione politica e istituzionale in primo piano. Abate, infatti, sottolinea che “mentre per la parte politica si sta provvedendo a porre riparo all’errore, mediante la presentazione di un disegno di legge di riforma dei Consorzi di Bonifica in itinere in terza commissione Attività Produttive all’Ars, rimane sospesa la questione gestionale che ricordiamo essere molto delicata”. L’auspicio finale è che “ la scelta commissariale sia irreprensibile come ha dimostrato fino ad ora, per non compromettere la stagione irrigua 2020 ed il futuro di un ente, strumento degli agricoltori.”

 


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