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Sindacato, Catania: Rota tranformer, parte colliano e torna landiniano
Pubblicato il 27 Gennaio 2019
Erano partiti da Catania al grido di “O Colla o morte!” e sono tornati dal congresso nazionale della Cgil al grido di “Viva Landini!”. I colliani catanesi, capeggiati da Giacomo Rota, sono stati folgorati sulla via di Bari. Dopo mesi di crociate anti-Landini, una volta a Bari, visto l’andazzo, hanno meditato a lungo (almeno 5 minuti) prima di abbracciare il nuovo corso landiniano con convinzione. Non una banale giravolta, per carità, non un’acrobazia pagnottistica, ma la sentita adesione agli ideali che animano la nuova Cgil a guida Landini. Una metamorfosi stile Kafka (nella foto due esemplari di “transformers”). Del resto, solo gli stolti non cambiano idea.
Assieme a Rota, ad abbracciare con slancio gli ideali landiniani, anche il gruppo di colliani duri e puri della Cgil di Catania. Sconforto e disillusione tra i landiniani catanesi che pensavano che qualcosa a Catania potesse cambiare. Non cambierà proprio un bel nulla, tutto rimarrà tale e quale: “Se ne facciano una ragione. Non esistono più landiniani o colliani, esistono solo villariani e raiani e rotiani. E siccome loro non sono nulla di tutto questo, zitti e pipa”, dice qualche dirigente di livello.
Commoventi, al limite del lacrimevole, i messaggi pubblicati su Facebook dagli ex colliani di ferro, divenuti landiniani di latta. Un cambio di passo radicale che coinvolge emotivamente tutti gli ex colliani catanesi e anche i diversamente landiniani. “Come era prevedibile sono saltati sul carro del vincente, il rischio è che il carro a questo punto possa ribaltarsi di lato”, dice qualcuno.
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