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Sindacato, Giacomo Rota “distacca” Massimo Malerba al Villaggio Sant’Agata: la Cgil mette al centro le periferie
Pubblicato il 22 Febbraio 2020
di iena politica marco benanti
Il dirigente sindacale, protagonista di storiche battaglie come quella contro il caporalato, fatta assieme ad Alfio Mannino, oggi segretario generale della Cgil Sicilia, sarà il nuovo responsabile della Camera del Lavoro situata all’estrema periferia sud, tra le più disagiate della città.
Intanto auguri per questo incarico.
Grazie, è una sfida che accetto con grande entusiasmo. Non sarà semplice ma ci metterò tutto me stesso, come sempre.
Qualcuno la considera una “punizione” per le posizioni critiche che hai assunto nei confronti di Rota.
Andare a lavorare in una periferia e mettersi al servizio delle persone che vivono in uno dei quartieri più problematici della città, per me è un premio, altro che punizione. Punizione è semmai stare nei palazzi. Non vedo l’ora di iniziare. Ho tante idee.
Che tipo di idee?
L’obiettivo è rafforzare il radicamento della Cgil nel quartiere ma soprattutto essere utili alle persone che nel quartiere vivono e lavorano, e lo faremo con la modalità del sindacato di strada, di condominio, di pianerottolo, aprendo vertenzialità politiche, provando a creare comunità, a risolvere i problemi dei lavoratori, dei precari, dei pensionati. Ma anche potenziando i servizi oggi esistenti nel presidio, aprendo per esempio uno sportello di consulenza legale e contrattuale, uno sportello abitativo e un servizio di orientamento al lavoro,anche avvalendoci delle tante competenze presenti nella nostra organizzazione. Vorrei anche realizzare un foglio, on line e cartaceo, da affiggere e diffondere, dedicato alle problematiche del quartiere ma anche alle sue potenzialità e alle sue belle esperienze, come quel grande presidio di democrazia che è l’istituto onnicomprensivo Angelo Musco,una vera barriera alla dispersione scolastica.
Ti vedo carico!
Per me è una bella sfida che affronterò con umiltà, ascoltando, imparando da chi il quartiere lo vive e da chi ci lavora da sempre. Ma è una sfida collettiva, che va affrontata tutti assieme, perché nessuno da solo è un fenomeno. Per questo proverò ad attivare processi di partecipazione, a dare protagonismo al comitato degli iscritti e alle energie presenti nel quartiere, a promuovere assemblee pubbliche e momenti di partecipazione. Del resto lo diciamo sempre, la Cgil deve ripartire dalle periferie e da chi sta peggio.
E in Cgil continuerà la battaglia?
Le ragioni politiche che hanno portato me ed altri compagni a porci criticamente non sono venute meno. Continueremo la nostra battaglia per il cambiamento e lo faremo in modo trasparente e strutturato e con l’unico obiettivo di rendere più forte e coesa la nostra organizzazione.
Allora ti terremo d’occhio Sono ottimista. Tanti compagni e compagne in queste ore mi stanno contattando per offrirmi la loro disponibilità ad aiutarmi in questa sfida difficile ma appassionante.
La Cgil dunque riparte dalle periferie?La Cgil è già da tempo nelle periferie, penso al grande lavoro dei compagni e delle compagne di Librino, un lavoro che ha sta contribuendo a cambiare il quartiere, con i quali sono certo avrò l’onore e il piacere di collaborare. Sicuramente è l’ennesimo investimento della nostra organizzazione nei luoghi più esposti al disagio sociale Spero solo di esserne all’altezza.
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