di Giuseppe LongoE’ tempo di primarie all’interno del Popolo della Libertà catanese. Uno strumento irrinunciabile sia per coerenza con la linea dettata a livello nazionale dal segretario Angelino Alfano, ma anche e soprattutto per il fatto che per il Comune di Catania ad invocarle è stato, più volte, il co-co-coordinatore regionale del partito, Giuseppe Castiglione.Una vera e propria gatta da pelare per il sindaco uscente Raffaele Stancanelli (nella foto) che solo un paio di giorni addietro ha anche dovuto incassare l’ennesimo veto alla sua ricandidatura a primo cittadino di Catania da parte del senatore e sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che ha liquidato la pratica Stancanelli con un “improponibile”.Le primarie sembrano dunque alle porte, l’unica strada per regolare gli equilibri interni al partito non può che essere questa, lasciando così ai cittadini il compito di scegliere il candidato più gradito. Uno strumento strategico che avrebbe anche l’effetto di rafforzare l’intera coalizione essendo che il candidato sindaco non verrebbe più visto dal popolo come imposto dai partiti, ma scelto dalla gente all’interno di una rosa di nomi. Passaggio fondamentale anche alla luce del fatto che il sistema elettorale per il rinnovo delle rappresentanze negli enti locali è cambiato: il candidato sindaco non è più l’effetto del trascinamento delle liste (vantaggio di cui ha beneficiato Stancanelli nel 2008), ma al contrario è il fulcro del progetto di governo. Adesso il sindaco si vota espressamente, infatti.E proprio da qui potrebbero arrivare i primi dolori, forti, per Raffaele Stancanelli, che, tra i tanti e possibili aspiranti alla carica di sindaco di Catania, deve temere soprattutto l’avanzata di Salvo Pogliese, catanese doc che recentemente non ha nascosto l’interesse a spendersi in un ruolo più impegnativo per la città che lo ha visto nascere, crescere e divenire deputato con preferenze record.A dirlo sono i numeri. Sia nel 2008 che nel 2012, Salvo Pogliese è risultato essere, con migliaia di voti di distacco sul secondo, il deputato regionale più votato nelle fila del Pdl etneo. Nel 2008, con 19mila preferenze, addirittura il più votato in assoluto a Catania e provincia. Ma a far riflettere di più deve soprattutto essere il dato di Catania città, dove Pogliese si conferma il più apprezzato all’interno del Pdl con 2.925 preferenze, precedendo due consiglieri comunali stimati come il capogruppo in Consiglio comunale, Nuccio Condorelli (2.121 voti per lui a Catania città), e Dario Daidone (2.549 preferenze).Stancanelli deve infine fare i conti con la voglia dei catanesi di avere finalmente (dopo Enzo Bianco di Aidone, Umberto Scapagnini di Napoli e lo stesso Raffaele Stancanelli di Regalbuto) un sindaco originario della città, piuttosto che uno “straniero” adottato. Un altro elemento di debolezza per Raffaele Stancanelli rispetto a Salvo Pogliese che invece è nato e cresciuto in città, tra l’Università, lo stadio (in città è nota la sua grande passione per la squadra del Catania) e il Consiglio comunale dove già da giovanissimo, più votato in assoluto, presiedette la prima seduta del civico consesso.Uno scenario da film horror per Raffaele Stancanelli che peraltro, a differenza di Giuseppe Castiglione, non s’è dimesso in tempo utile per candidarsi alle nazionali, ribadendo che vuol fare solo il sindaco di Catania. Un bel passo in avanti per lui che al Senato c’è stato, e c’è stato a lungo, considerato che per oltre tre anni ha ricoperto contemporaneamente l’incarico di senatore e di sindaco di Catania. Fino a quando la nota sentenza della Corte costituzionale non ha fugato ogni dubbio, qualora ce ne fossero stati, attorno al principio che le due cariche non sono cumulabili. Allora, solo a quel punto, è prevalso l’amore per Catania…