comunicato stampa
Le lavoratrici e i lavoratori del call center Mics di Motta Sant’Anastasia hanno protestato stamattina davanti la sede Enel di Viale Ulisse a Catania, contro la gestione della nuova proprietà “che in soli sei mesi ha messo in pericolo oltre 200 posti di lavoro”,
Il presidio si è tenuto davanti agli uffici della principale committente della società, e non a caso: SLC CGIL e UILCOM UIL di Catania chiedono un intervento immediato da parte di Enel Energia, dei ministeri del Lavoro e del Made in Italy (MIMIT) e della Regione Siciliana per scongiurare i licenziamenti e garantire la continuità della commessa.
Dopo l’acquisizione avvenuta il 1° agosto sotto le garanzie del MIMIT, l’imprenditore ha avviato una procedura per 27 licenziamenti e ne ha già annunciati altri. A peggiorare la crisi, i dipendenti non ricevono stipendio da gennaio. L’azienda ha così lasciato senza sostegno circa 250 famiglie.
“I lavoratori della Mics saranno costretti a procedere con impugnative legali se i 27 licenziamenti saranno ufficializzati; se non sarà trovato un accordo, chiederemo l’intervento del prefetto di Catania e scenderemo in piazza, con nuove manifestazioni. – dichiarano Gianluca Patanè (SLC CGIL) e Gaetano Cristaldi (UILCOM UIL)- Oggi ci troviamo qui per chiedere a Enel, finora attenta alle garanzie occupazionali, a non abbandonare i dipendenti in questa vertenza”.
Alla manifestazione hanno partecipato oltre un centinaio di addetti al call center; tutti preoccupati ma decisi a scongiurare un’altra crisi occupazionale, come avvenuto con Almaviva. Lo hanno fatto pacificamente, sventolando le bandiere dei sindacati e mostrando cartelli con slogan emblematici: “Enel non ci abbandonare”, “Pretendiamo il nostro stipendio”.
L’azienda giustifica gli esuberi con un debito di oltre un milione di euro, non certificato in fase di acquisizione, ma Slc Cgil e Uilcom UIL di Catania contestano questa versione, sottolineando che i volumi di lavoro restano legati all’organico.
“Intanto, due lavoratori sono già stati licenziati individualmente, sollevando dubbi sulla legittimità della procedura. – concludono Patanè e Cristaldi- Ora si attende l’intervento delle istituzioni per salvaguardare l’occupazione”.
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