Società&Sbadigli, Occidente&dintorni: un pugno al “meaculpismo” ci vorrebbe


Pubblicato il 15 Gennaio 2016

di marco pitrella

Esportare la democrazia in punta di baionette si può, creare cordoni umanitari si deve. Le condanne a Bush&Co. sono roba da storici; peggio Barack che in Iraq ha lasciato il lavoro a metà. O prendi Baghdad, infatti, o cedi Parigi, Roma & Berlino. Ma, nella modernità che le coscienze liquefa, a dettar legge è il “meaculpismo”; una messa cantata che impone un’assurda “non belligeranza” da questa guerra senza trincee.

Non ci si stupisca, quindi, se a Colonia non hanno le hanno difese da “mori & saraceni”, perché del pugno che l’occidente non vuol dare l’ignavia tedesca è triste metafora. Di senso di colpa, oramai, fin troppi s’affliggono – con la nobile eccezione Putin & Israele – ed ecco i risultati: l’attentato a Istanbul è l’ultima notizia. Un anno fa eravamo tutti Charlie. A novembre il patatrac al Bataclan, tragico emblema della disastrosa dis-integrazione francese. Poi, i tanti 11 settembre al grido di Allah Akbar. Infine la “gang bang multiculturale” in Germania (così chiamata da Alice Schwarzer, raro esempio di femminismo razionale). Non erano terroristi, certo, i “protagonisti” in Germania e lungi dal pensare che tutti gli immigrati siano potenziali stupratori e viceversa; criminoso & pericoloso sarebbe.

Però… il fondamentalismo avanza & l’integrazione fallisce. Non fu l’Europa, che di ritrovar le proprie radici dovrebbe trovar la forza, ad essere violata nel capodanno delle “scimitarre”?  

Difendiamo i “nostri” valori, predicano i goverNani; dal ridicolo Hollande al tribale Obama – ma, se ti ci appoggi troppo, i principi si piegano (copyright Longanesi). Su cosa fare leva, dunque, se del multiculturalismo il relativismo è “parente”? se li chiami cristiani, quei valori, le avanguardie s’incazzano. L’ “illuminismo” fa un torto al nichilismo che dalle macerie del 89 è alimentato; s’è preferito, dunque, un comodo “volemose bene” in cui la misericordia di Papa “Bergorbaciov”, detto Francesco, ne è una demagogica manifestazione di giubilo. E col volemose bene “a mezzo e non più a fine” l’uomo s’è ridotto (cit. Kant); sembra tutto così normale che, oltre l’ombelico, nemmeno il dare & ricevere piacere pare poi così speciale. La dittatura del capriccio & delle orgogliose verità ha sovvertito diritti, indignazione e pure la ragione che idoli ha creato & “Dio” non ha più cercato.    

Intanto, tra una colpa & il cilicio, a Colonia decine di donne venivano violate nell’intimità & offese nell’animo. Con tempismo perfetto, però, il 1° febbraio le “donne di tutte le fedi e orientamenti” si copriranno con il chador per denunciare l’ennesimo spettro che s’aggira: l’“islamofobia”(?). Mentre le “Brigata al Khansaa”, le donne integraliste, continuano a torturare (a volte mordendo i seni!) “le adultere” nel califfato. In primis, certo, va combattuto il “malcostume”… emblema dell’imperialismo americano, che “impone(?)” il jeans sul velo. Poi le “emorragie”, che verosimilmente, guariranno da sole. Le femministe senza trucco & tutte stravaganza, dinnanzi a questo quadro, che fanno, mute stanno?

“Not in my name” fanno bene gridare i musulmani; lodevole & sacrosanto. Purtroppo, “per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa” rispondono gli altri per cui la storia sta scritta su una vignetta di Vauro Senesi; “le nostre donne le stupriamo noi”, a questo s’è arrivati. Un giro su google e peggio sono state le molte dichiarazioni soft dei tanti politicanti vip. I “giornali da nonnina”, invece, sarebbero piacevolmente leggibili se rimanessero in bianco.

Addirittura “La Repubblica”, organo dei gagà & della sinistra borghese, ha sollevato lo spauracchio del femminicidio globale: “le donne non sono quiete da nessuna parte, anche in casa devono stare attente – ha scritto Natalia Aspesi – gli uomini che non le avrebbero difese a Colonia possono sempre spaccare loro la testa” (Dagospia.it). Ad un quotidiano così “prestigioso”, frettoloso nella generalizzazione dell’uomo rude & camionista, andrebbe ricordata la recente denuncia alle Nazioni Unite sui metodi dell’Isis della 21enne irachena Nadia Murad Basee Taha: “ci stupravano per farci convertire”. Con il “fattaccio” di Germania l’Isis non c’entra nulla, è vero.

Eppure, “in generale” appunto, sarebbe stato doveroso fare qualche “distinguo” culturale (uso “culturale” perché di passar per l’islamofobo non né ho alcuna voglia); ma al “giornalaccio” che la menzogna della “primavera araba” ha raccontato – a cui crede ancora Corradino Mineo – era chiedere troppo.

Se così è, nessuno s’ha da stupire se nella gang bang multiculturale di Colonia “quegli altri maschi” il pugno ai “mori & saraceni” non hanno dato… saranno stati impegnati col resto del mondo a recitare un “meaculpa”.    

 

 


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