Solidarietà a Dario Montana per gli attacchi ricevuti a seguito della sua azione di legalità all’ASI di Catania


Pubblicato il 10 Settembre 2011

220px-Beppe_MontanaDario Montana (fratello di Beppe Montana, nella foto, il commissario di polizia ucciso da Cosa Nostra) è stato recentemente oggetto di una campagna di discredito in relazione al suo lavoro come  commissario del Consorzio industriale di Catania.

Riportiamo a seguire la trascrizione di un programma radiofonico (http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=dario-montana-ucciso-mafia-commissario-asi-catania) trasmesso lo scorso otto settembre da Radio 24 (del quotidiano Il Sole 24 Ore), nel quale il giornalista Roberto Galullo commenta il lavoro svolto da Montana.

“La calunnia è un venticello un’auretta assai gentile che insensibile sottile leggermente, dolcemente, Incomincia a sussurrar. Le parole ovviamente non sono mie ma del librettista Cesare Sterbini per il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Ben si adattano però a quanto sta accadendo a Dario Montana, commissario del Consorzio industriale di Catania e fratello di Beppe Montana, il commissario di polizia ucciso da cosa nostra il 28 luglio 1985. Due vite, una spenta dalla mafia, spese per la legalità.

Eppure a Catania in questi giorni c’è chi comincia ad attaccare Dario Montana, che da quando si è insediato, il 13 dicembre 2010, ha fatto quel che nessuno aveva fatto prima: installato un servizio di video sorveglianza, riammesso nei lotti del consorzio un’impresa che ha denunciato i boss e che era stata esclusa per motivi burocratici, denunciato alla Corte dei Conti alcune aziende per presunti danni di oltre 14 milioni, aperto un dialogo continuo con prefettura, forze dell’ordine e magistratura.

Insomma, ha rotto il fronte dell’omertà che fino al suo insediamento era la regola. E allora il sospetto è che, bocciata la legge siciliana che avrebbe dovuto riformare i consorzi industriali, si riaffaccino con forza in tutta l’isola appetiti mafiosi inconfessabili.

“Vorrei sapere, dice l’assessore regionale all’industria Marco Venturi, se è stato sbagliato sostenere che i consorzi si sono trasformati in carrozzoni clientelari, e luoghi dove si fanno affari con soggetti collusi con la mafia, che invece di sostenere lo sviluppo delle imprese, lo ostacolano. Per esempio si dovrebbe sapere che l’area di Catania sorge in siti con forti problematiche ambientali e idrogeologiche. Quali interessi si annidavano su quei terreni?”

Forse anche su questo, se avrà tempo, farà luce Dario Montana, una vita spesa per la legalità”. 

                                                                                                                                      Roberto Galullo (Il Sole 24 Ore)

Ecco un ricordo dell’eroe Beppe Montana, commissario di Polizia ucciso dalla mafia.

Proprio dopo l’uccisione di Rocco Chinnici, Montana aveva dichiarato:
«A Palermo siamo poco più d’una decina a costituire un reale pericolo per la mafia. E i loro killer ci conoscono tutti. Siamo bersagli facili, purtroppo. E se i mafiosi decidono di ammazzarci possono farlo senza difficoltà. »
Tre giorni prima della morte di Montana, il 25 luglio 1985, la sua Catturandi aveva arrestato otto uomini di Michele Greco, che si era sottratto alla cattura.


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