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Sospensione reddito di cittadinanza per novemila famiglie. De Caudo (Cgil) d “Cancellare un sostegno così essenziale in questo momento storico è disumano”

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“Troncare la speranza di un domani migliore a ben 9000 famiglie catanesi in difficoltà è disumano. 

Persone che non possono pagare affitti e che non trovano lavoro, oggi si sono viste “bocciare” ogni possibilità di sostegno dal Governo nazionale. E tutto ciò, attraverso un freddo sms”.

Il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, interviene così nella giornata nera di oggi; nera soprattutto per i siciliani, poiché segna un’interruzione del l’importante beneficio a partire da domani. Stando alle interruzioni del reddito di cittadinanza effettuate su tutto il territorio nazionale, con le sue 9000 comunicazioni ricevute, Catania si trova al quarto posto, seguita dalla città di Caserta a quota 7.635 (un numero pari, a quanto si apprende, a quello che riguarda l’intera Lombardia). 

Per la Cgil catanese si tratta di un nuovo allarme che pregiudica una situazione già drammatica a causa delle ripetute crisi che si sono succedute in questi anni a Catania, pandemia inclusa, e gli ultimi strappi causati dalla recentissima inflazione.

Non a caso l’attenzione del sindacato è adesso rivolta più che mai allo sciopero nazionale del 7 ottobre che culminerà con una grande manifestazione a Roma. A Catania l’autunno in arrivo si preannuncia più caldo dei precedenti.

“Senza sostegno per troppe famiglie è impossibile sopravvivere, così come reputiamo impossibile che le responsabilità di queste persone vengano adesso scaricate sulle spalle dei Comuni che non hanno le possibilità  economiche ma neppure il personale per intervenire con efficacia. Smentiamo inoltre con forza che si tratta di cittadini che non cercano lavoro; molti di loro hanno superato i 50 anni e sono tagliati fuori dal mercato. Vorrebbero lavorare ma non trovano opportunità”.

Secondo le nuove regole, chi è occupabile potrà chiedere di frequentare un corso di formazione, ma secondo la Cgil, questo non avverrà prima di settembre, nel migliore dei casi.

“Non può essere questa la soluzione per i nostri concittadini. I sindacati sono pronti a far sentire la propria voce. Le prossime settimane saranno di impegno massimo. I nostri governanti devono comprendere che gli atteggiamenti punitivi e le scelte poco concrete, non portano da nessuna parte”. 

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Iene Sicule

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