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Sotto l’immunità: Claudio Fava (citazione di Riccardo Pelllegrino) come Mario Giarrusso (querela di Debora Borgese)
Pubblicato il 19 Febbraio 2020
Nel mese scorso, le cronache raccontarono della richiesta di autorizzazione a procedere dell’On. Mario Giarrusso in un procedimento penale per diffamazione intentato dalla giornalista Debora Borgese. Ergo, è ricorso all’immunità parlamentare. Se ne riparlerà alla prossima udienza del primo aprile.
La vicenda fa il paio con quanto chiesto dall’On. Claudio Fava (che anche lui viene dalle grandi battaglie per la legalità e contro i privilegi della Rete) che in un giudizio civile, intentato da Riccardo Pellegrino, già consigliere comunale e già candidato alle Regionali del 2017, per dichiarazioni da lui ritenute diffamatorie. Ebbene, l’On. Fava si è avvalso dell’immunità parlamentare: il Tribunale di Catania ha accolto la richiesta dell’attuale Presidente della Commissione Regionale Antimafia. Il processo si è, quindi, concluso e le spese, alla luce della domanda riconvenzionale dell’On. Fava contro Pellegrino, sono state compensate.
Ma come era nata la vicenda? Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo tornare all’ottobre del 2017, quando, in occasione dell’inaugurazione della campagna elettorale per le elezioni dell’Assemblea Regionale Siciliana, l’On. Fava tenne una conferenza stampa e rilasciò interviste, durante le quali -secondo Riccardo Pellegrino- avrebbe pronunciato accuse ed “affermazioni infamanti e gravemente diffamatorie” nei confronti dello stesso Pellegrino. Quest’ultimo, così come Fava, era candidato alle elezioni e, come lui, si accingeva a promuovere la propria campagna elettorale. Nello specifico, Pellegrino era candidato di Forza Italia, mentre Fava era candidato di “Cento Passi per la Sicilia”.
Insomma, l’ “ombrello” dell’immunità può servire anche a chi ha combattuto i privilegi della “Prima Repubblica”.
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