Anche il giornalismo libero finisce nel tritacarne elettorale…
di Iena televisiva
Non sfugge nulla ai fan di Rosario Crocetta. Il loro unico obiettivo, come quello del loro leader, è vincere le elezioni regionali. Costi quel che costi, a qualsiasi condizione come dimostrano le alleanze innaturali tra l’ex sindaco di Gela e forze politiche come l’Udc, per non parlare di esponenti berlusconiani come Nello DiPasquale, ex sindaco di Ragusa.
Oggi, nel mirino dei crocettiani c’è Carlo Lucarelli, reo di aver dato spazio nel suo speciale di ieri su Rai3, dedicato ai giornalisti che si sono battuti contro la mafia spesso pagando con la vita, alla figura di Pippo Fava, scrittore e giornalista catanese ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984.
Pippo Fava è il padre di Claudio, attualmente candidato alla presidenza della regione. Tanto basta ai crocettiani per lanciare i loro strali contro la trasmissione di Lucarelli. “Secondo me spropositato lo speciale andato in onda ieri sera su Raitre condotto da Lucarelli, non era l’anniversario di nulla e di niente… Mi limito a dire che si poteva fare anche dal 1 novembre” sbotta Claudio La Mattina, amministratore del gruppo Crocetta Presidente. A sostenere questa tesi, per la verità un po’ assurda e offensiva, anche altri tre pezzi da novanta della tifoseria di Crocetta: Giovanni Ferro di Gela, Nicoletta La Bella e Carmelo di Gesaro.
Che tristezza. Nemmeno un esempio indiscusso di giornalismo libero, che ha pagato con la vita il suo impegno contro la mafia, viene risparmiato dal tritacarne elettorale. Noi invece diciamo: 10-100-1000 speciali su Pippo Fava e su tutti gli altri giornalisti che con coraggio lavorano, spesso isolati, per denunciare le mafie e il malaffare.
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