di Mirko Tomasino, iena vulcanica
Per il nostro giornale non è un mistero. Il Comune di Catania, nonostante dichiari insolvenza economica in caso di mancati aiuti governativi, si rivela dispensatore unico di consulenze, molte delle quali di discutibile utilità. In data 29 dicembre 2011 (la data, guarda caso, è sempre la stessa) il sindaco del Pdl Raffaele Stancanelli crea la figura di un nuovo consulente tecnico, il rag. Benincasa, che ricoprirà il ruolo – udite udite – di collaboratore dell’Ufficio staff del sindaco con mansione di “supportare l’attività di indirizzo e di controllo previste dalla legge e per garantire il raccordo con le strutture tecniche afferenti allo stesso intestate, fino a scadenza del suo mandato elettorale”.
Qualcuno potrebbe spiegarci in italiano comprensibile – ammesso che questa pomposità letteraria sia utile a celare qualcosa – a cosa serva questa specifica consulenza? Anomalie linguistiche e di comprensione a parte, questo è quello che si deduce sul documento ufficiale pubblicato sul Portale del comune etneo e le contraddizioni cadono, non solo sulla discutibilità della consulenza in se, ma anche sulla durata del mandato. Il ragioniere Benincasa è stato nominato a tempo determinato, così come si evince dal documento, mentre nell’apporre la durata della sua consulenza, il sindaco precisa che il predetto lavorerà fino alla scadenza del mandato elettorale della giunta Stancanelli.
Qualcuno potrebbe illustrarci meglio questo passaggio? A noi comuni mortali sembrerebbe che, a rigor di logica, ci sia un più che chiaro fondamento utile alla contraddizione. L’atto ufficiale dichiara che il tecnico in questione percepirà 31.357,19 euro per l’intero anno di incarico, circa 2600 euro mensili, e che questo mandato gli era stato già affidato nel periodo che va dal 6 agosto del 2010 al recente 31 dicembre 2011. Proprio per quest’ultimo periodo non risultano atti ufficiali che attestano l’attribuzione dell’incarico al ragioniere comunale e di questo l’amministrazione ne dovrebbe dare conto all’intera collettività.
Per ciò che concerne gli emolumenti percepiti – lettere a Monti a parte – sembra che si marci sempre sulla stessa direttiva, ossia quello dello sperpero canalizzato su ben determinati fronti. In attesa di risposte, o anche un semplice “segnale” da Palazzo degli Elefanti, ci convinciamo che qualche forza, magari sovrannaturale, dovrebbe porre fine a questa stagione di sprechi. E che forse qualcuno, anche qualche illuminato esponente della “Società civile”, degli “intellettuali” catanesi e soprattutto delle forze dell’opposizione al consiglio comunale dovrebbe prender seriamente parola su questi innumerevoli abusi economici.In ballo c’è la reputazione di una città e i suoi cittadini
Documenti allegati: Incarico_Benincasa (pdf)Mirko Tomasino, Iene Vulcanica
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