Spettacoli e Cultura, Catania: 10, 11 e 12 repliche di “Lettera al padre” dal racconto di Franz Kafka

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ULTIME TRE REPLICHE IL 10, 11 E 12 MAGGIO 2019 ALLA SALA GIUSEPPE DI MARTINO DI CATANIA PER “LETTERA AL PADRE”, REGIA DI GIANNI SCUTO, PER “IL CASO K”, PRODUZIONE FABBRICATEATRO

Catania – Dopo il debutto della scorsa settimana, ritorna venerdì 10 Maggio alle ore 21.00 (repliche l’11 e 12 Maggio – domenica ore 18.30) alla Sala Giuseppe Di Martino, in via Caronda 82, a Catania, “Lettera al padre”, dal racconto di Franz Kafka, adattamento e regia di Gianni Scuto, produzione Fabbricateatro.

Lo spettacolo rientra nel progetto “Il Caso K”, incentrato sulle opere dello scrittore praghese Franz Kafka, promosso dal Centro Teatrale Fabbricateatro di Elio Gimbo e Daniele Scalia e che ha già proposto nel mese di Marzo “Il Processo”, regia di Elio Gimbo.

 

Protagonisti in scena Domenico Maugeri (il padre Hermann), Barbara Cracchiolo (la madre Julie), Alessandro Chiaramonte (Franz), Alessandro Gambino (Sorel, l’amico) e Elisa Marchese (Ella, la sorella). Le scene sono di Bernardo Perrone, i costumi di Umberto di Baviera. Ingresso spettacoli Euro 10,00, ridotto Euro 8,00. Info e prenotazioni: 347.3637379.

Il regista Gianni Scuto propone, nella claustrofobica scena prigione di Bernardo Perrone, cinque attori in un lavoro introspettivo e coinvolgente dove protagonisti assoluti sono i suoni, i ritmi, le musiche e le voci. Con “Lettera al padre” si assiste alla confessione accorata di Franz Kafka al genitore autoritario e arrogante, un vero e proprio conflitto nei confronti di una figura che incarna l’autorità assoluta, rappresentante di un mondo utilitaristico e pratico, lontano dalle aspirazioni dello scrittore

 

“Lettera al padre“ rappresenta per Franz Kafka – spiega il regista Gianni Scuto – uno dei momenti più intensi, espressivi e crepuscolari della sua intera produzione letteraria. Qui lo scontro perfino fisico tra un padre insensibile, abbrutito da una ideologia falsamente yiddish e da una morale di irreprensibile assolutezza nei confronti del debole figlio ci pongono nella dimensione di una crisi catastrofica che perde di sensibilità solo al contatto con l’ambigua realtà di un’educazione tipicamente prussiana dedita alla guerra, alle armi, al rigore e alla forza del comando, accanto all’eterna scelta sensibile dell’oggetto del desiderio del figlio che viene così continuamente accusato e portato in forte regressione emotiva, guidato e comandato quasi come un burattino. Il padre è tutto in casa Kafka: detta legge, esempio vivente di verità e di paragone etico che sconfina perfino sul modo di mangiare e su ogni epigramma di vita e di sentimenti. Al povero Franz non rimane che rifugiarsi all’interno dei suoi  miasmi in una forma di autodifesa che sfiora perfino l’onanismo e l’omosessualità latente che a poco a poco lo allontanano irreversibilmente da ogni rapporto d’amore e di unione matrimoniale con l’altro sesso.

 NOTE INFORMATIVE

 GIANNI SCUTO

 Laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Catania con il massimo dei voti con una tesi su Antonin Artaud. Iscritto all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti, fa parte dell’Associazione Nazionale Giornalisti Cinematografici. Già allievo di Aldo Trionfo al Teatro Stabile di Torino fin dagli anni ’80 si è dedicato in maniera professionale al teatro come regista ed attore. Ha lavorato con i maggiori teatri siciliani e con numerosi teatri nazionali. Tra i suoi spettacoli di maggior successo ricordiamo “Attrice” – Omaggio ad Anna Magnani, presentato in moltissime città italiane ed anche all’estero. Ha lavorato con attori di levatura nazionale quali Massimo Serato, Valeria Ciangottini, Massimo Mòllica, Enzo Cerusico, Miko Magistro, Laura Gianoli, Mariella Lo Giudice, Marina Ninchi, Arnaldo Ninchi, Emma Muni Di Martino, Mariano Rigillo, Maria Teresa Rossini, Edoardo Siravo ecc. E’ fondatore e Direttore artistico del Teatro Gamma di Catania.

 LA COMPAGNIA FABBRICATEATRO

 Nasce nel 1992 con il principale scopo di rinnovare le pratiche del teatro contemporaneo catanese sull’onda del movimento siciliano antimafia, per volontà di Elena Fava, Giacinto Ferro, Elio Gimbo – che ne è ancora il regista e direttore artistico – Cinzia Finocchiaro, Cinzia Caminiti, Bruno Torrisi, Domenico Gennaro, Marco Marano, Giusi Gizzo. Nel corso dei primi 25 anni di esistenza è stata veicolo di innovazioni tecniche grazie anche a rapporti di intensa collaborazione con altre  importanti realtà teatrali di gruppo: gli allestimenti attori e pupi condotti con la Marionettistica fratelli Napoli, la collaborazione con il Living Theatre di New York e con l’Odin Teatert di Eugenio Barba, in particolar modo con i referenti italiani, il Teatro Potlach di Fara in Sabina e il Teatro Ridotto di Bologna e i progetti di “correzione teatrale dello spazio urbano” come il teatro di paglia estivo, il Carro di Tespi e Shakespeare al Castello, i progetti di promozione e diffusione della cultura teatrale con la facoltà di Lettere quali TEATRIDEUROPA. Oggi i suoi componenti stabili sono Elio Gimbo, Daniele Scalia, Sabrina Tellico. Molti qualificati artisti catanesi sono stabilmente coinvolti nelle realizzazioni: la Marionettistica Fratelli Napoli, Cosimo Coltraro, Cinzia Caminiti, Gianni e Nicoletta Nicotra di Schizzi d’Arte, Antonio Caruso, Giuseppe Carbone e altri.

 SALA “GIUSEPPE DI MARTINO” E SPAZIO “PIPPO FAVA”

 La Sala “Giuseppe Di Martino” è lo spazio al chiuso del nuovo Centro Teatrale Fabbricateatro. Ha una ampiezza di 45 mq, è dotata di impianto luci e fonica, ampi camerini con bagno autonomo, un piccolo foyer, è volutamente priva di strutture fisse atte a designare gli spazi di scena e platea, può accogliere sia spettacoli a pianta centrale che a visione frontale. I posti a sedere variano, perciò, da un minimo di 25 ad un massimo di 45 grazie ad un sistema di praticabili e panche che consentono in poco tempo di ricreare lo spazio della sala. Il Centro dispone di analogo spazio all’aperto, intitolato a Pippo Fava, dotato di cortile e giardino en pleinair dove svolgere attività affini alla linea della Compagnia Fabbricateatro, residente stabile del Centro.

 

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