Spettacoli e Cultura, Catania: successo di “Otello”, un classico simbolo del femminicidio

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di Lella Battiato Majorana – foto Dino Stornello

 

L’applaudita terza stagione di Teatro Mobile di Catania, diretta da Francesca Ferro, ha ospitato “Otello”: uno Shakespeare rivisitato in chiave contemporanea, prodotto dallo Spazio Naselli di Comiso e dal Teatro Garibaldi di Enna per la regia di Giampaolo Romania: l’uxoricidio di Desdemona letto al femminile.

Lorenza Denaro, Roberta Andronico, Anita Indigeno e Leandrà Gurrieri, interpretando ruoli sia maschili che femminili, si confrontano con Franz Cantalupo (Otello) sul patologico drammatico tema della gelosia.

Il regista attore autore e anche scenografo Giampaolo Romania spiega “Avete presente l’Otello di William Shakespeare? Dimenticatelo! Nel rispetto della parola del grande Bardo l’intero testo è stato rivoluzionato sotto l’aspetto drammaturgico e scenico: il Moro viene, infatti, inquadrato “a terra” non solo nel senso dell’inevitabile prostrazione emotiva che segue ai perfidi complotti dell’infido Iago, ma anche come posizione scenica rispetto agli altri personaggi, i quali partiranno da un livello spaziale ben distinto per martellarlo da ogni parte fino al terribile epilogo”.

Desdemona morirà ugualmente strangolata, ma si analizzeranno le tante, troppe debolezze umane per un classico dal sapore moderno impreziosito dalle musiche di Peppe Recupero e Salvo Giorgio, i costumi di Liliana Stimolo, le luci di Salvo Lauretta, i visual effects Pixel Shapes e l’aiuto regia di Sofia Cardello per il secondo testo di William Shakesapeare in programma per la terza stagione di Teatro Mobile di Catania.

L’attenzione del pubblico è piacevolmente rapita dalla bravura degli attori dove ogni singolo movimento o battuta è studiato sotto ogni aspetto, per dare spazio e voce al tragico evolversi dei fatti, che in un ritmo serrato senza alcun cedimento o sbavature dipinge le debolezze dell’animo umano legate alla perfida manipolazione dell’infido Iago che tenta in vari modi di far destituire Cassio con l’ignara complicità della moglie Emilia, instillando nella mente e nel cuore del moro l’atroce dubbio del tradimento fino al tragico epilogo che vedrà la morte di Desdemona.

Toccante il momento in cui le attrici in uno scambio corale di dolorose battute chiedono pietà a colui che aveva giurato amore e promesso protezione, facendo eco ai tanti femminicidi e alle tante violenze sulle donne di cui le pagine della cronaca quotidiana sono invase da tante, troppe testimonianze di sangue versato inutilmente.

In scena un “Otello” nuovo con una chiave di lettura che, al di là della vicenda narrata, coglie la passionalità i risvolti del tutto imprevedibili e tragici dell’essere umano che si ripetono in tutte le generazioni. Un classico che può essere sempre ripetuto, con variazioni psicologiche assumendo nuove forme in evoluzione, stupendo e attirando il pubblico.

La pièce è accompagnata da una scenografia suggestiva con proiezioni che rievocano il percorso degli eventi e l’evoluzione delle anime, un flash che muove i personaggi. Nel suo contorno scarno propone temi importanti, moderni, ancestrali che dal mito antico si trasmettono ancora e popolano i labirinti verticali del nostro animo.

Un atto unico, per catturare l’attenzione del pubblico senza distrazioni, che sottolinea il dramma del dubbio, dell’incertezza, il dolore dell’anima dei protagonisti che vivono il terribile intrigo con una prostrazione emotiva capace di arrivare diritta al cuore dei numerosi presenti che premiano questo classico dall’eterna modernità con lunghi e più che meritati applausi.

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Benanti

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