ecco la nota sindacale:
l’arrivo stamane dell’ufficiale giudiziario nei locali della sala “Musco” di Catania, gestita sino ad oggi dal teatro “Stabile” che la deteneva in locazione da oltre 50 anni, getta nuove ombre sulla vicenda che ormai da diversi vede nell’occhio del ciclone l’ente culturale catanese a causa degli ingenti debiti maturati nel corso del tempo nei confronti di private ed enti pubblici.
Una notizia che ha acuito lo sconforto tra i lavoratori che nei mesi scorsi avevano già protestato, occupando anche gli stessi spazi delle due sale teatrali per chiedere ai soci la risoluzione delle criticità compresa la corresponsione degli stipendi, anch’essa in forte ritardo. Questa mattina, dunque, un nuovo atto di quella che non è affatto una piece teatrale ma una palese realtà i cui protagonisti sono ancora una volta le maestranze, che rinnovano la preoccupazione attraverso Antonio D’Amico e Cosimo Fichera, rispettivamente segretari di Fistel Cisl e Ugl Spettacolo: “In un sol colpo è stato cancellato un pezzo di storia della città e del teatro “Stabile”. Bastava davvero poco per evitare questa nuova pagina dolorosa per l’ente, per i lavoratori, per la cultura catanese e per l’intera Sicilia.
Purtroppo, le ultime turbolenti vicissitudini del consiglio di amministrazione e la mancata ratifica per tempo della nomina del commissario hanno di certo contribuito ad aggravare la già difficile situazione dello “Stabile”.
Diciamo basta – aggiungono i sindacalisti – a quest’inerzia gestionale che continua a provocare macerie su macerie, se non si vuole far fallire l’intero teatro, ovvero perdere uno dei più importanti poli culturali dell’intero sud Italia lasciando sul lastrico i 35 dipendenti, che stanno continuando responsabilmente e con passione a tirare avanti in condizioni estremamente difficili. Come quella di stamane, in cui hanno dovuto subire l’umiliazione di dover lasciare la sede di lavoro a seguito dello sfratto esecutivo.
Facciamo un accorato appello alla commissione “Affari istituzionali” dell’Ars affinchè ratifichi la nomina di Pace, la cui operatività è vitale per il futuro dell’ente teatrale, nonché alla Regione ed al Comune perché facciano la loro parte istituendo un tavolo di crisi permanente a supporto della gestione commissariale per dar corso agli atti improcrastinabili ed urgenti necessari per scongiurare colpi di scena come quello odierno.
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