Sport, Calcio Catania: buio pesto!


Pubblicato il 30 Settembre 2016

Con il Fondi, toccato…il fondo.

Iena Rossoazzurra

Dopo 6 giornate, il Catania è ultimo a 0 punti, un disastro. Meno 18 punti dal Foggia, meno 16 dal Lecce e meno 10 da Cosenza e Casertana, seste in classifica…che tristezza.
Pur non volendo considerare la penalizzazione, i ragazzi di Rigoli hanno fatto poco e niente fino ad oggi: 1 (misera) vittoria, 4 pareggi e 1 sconfitta sono un bottino assai magro, per una formazione quotata ai nastri di partenza come una delle migliori del girone.
Continuando di questo passo…altro che play off…
L’unica drammatica verità, ad oggi, è l’ennesimo passo falso registrato tra le mura amiche contro il ripescato ma pimpante e ambizioso Fondi. Qualunque altro commento sarebbe inutile.
E noi preferiamo non commentare.
Una considerazione però ci sia consentita: gira voce in queste ore, che la società stia pensando di sostituire Pino Rigoli.
Secondo noi sarebbe un delitto.Senza movente tra l’altro.
E vi spieghiamo anche il perché, ponendoci/vi una serie di domande.
Siamo sicuri che la colpa dei mancati successi quindi la classifica deficitaria, sia colpa del mister siciliano? Siamo sicuri che il Catania sia stato costruito per disputare un campionato d’avanguardia? Siamo sicuri che il Catania abbia un attacco competitivo per la categoria? Il centrocampo poi, è ben assortito?
La difesa è all’altezza per disputare un campionato di vertice?
È giusto gettare la croce addosso a Pinuzzo Rigoli, reduce dai “miracoli” di Agrigento?
È colpa sua, è solo colpa sua? Noi non la pensiamo così. Anzi.
Noi pensiamo sia giusto lasciare il tempo necessario a Rigoli per assemblare il materiale umano, non propriamente eccezionale- dal punto di vista calcistico – a sua disposizione.
Noi pensiamo che in campo ci vanno i calciatori non l’allenatore, e che le squadre costruite per vincere si chiamano Foggia, Lecce, Matera, Juve Stabia, Cosenza e perché no, Fondi, non Catania (purtroppo).
Noi pensiamo quindi l’esatto, opposto.
Naturalmente speriamo di sbagliarci e di uscire indenni e a “mani piene” dall’Erasmo Iacovone di Taranto. Sperare non costa nulla. Che pena, peró, avevamo ipotizzato un’annata un tantino diversa, invece niente da fare…siamo alle solite.


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