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SPORT, CALCIO E…”MAGHI DEL PALLONE”: DISASTRO CATANIA!

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di iena rossoazzurra           

Sabato, nel pezzo di presentazione della partita, avevamo tentato ironicamente di esorcizzare il pericolo incombente, utilizzando un titolo purtroppo rivelatosi azzeccato. Polpette a gogò purtroppo, per il non sempre impeccabile guardiapali del Catania, Anania, domenica all’ora di pranzo contro il Bari, al termine di una pasticciata, a tratti pietosa, e senza dubbio orribile prestazione dell’undici di un disperato Sannino che ormai, non sa più a quale santo votarsi.

I cori di contestazione nei confronti di squadra e società, levatisi dalla curva nord nella ripresa – accolti con fragorosi applausi dal resto dello stadio -, i continui falli di frustrazione di una formazione smarrita, priva d’identità e ormai vittima di se stessa, la mancata stretta di mano di Leto, – tra i peggiori calciatori, visti qui a Catania, negli ultimi 50 anni – sostituito, ad un incolpevole Sannino, fotografano impietosamente il drammatico momento attraversato dalla formazione rossoazzurra.

A nulla vale rimarcare l’impegno profuso in campo – ci mancherebbe, con quegli stipendi – dalla squadra, gli infortunati, e di contro le stoiche prestazioni degli highlanders, ultimi immortali, Calaiò, Rosina e Martinho, il Catania di oggi è purtroppo un disastro, punto e basta.

Il Bari, niente di eccezionale in verità, ha mortificato i padroni di casa, ben oltre il già rotondo risultato. Mancano totalmente le idee, il carattere, la caratura della grande squadra, la condizione atletica non sembra essere delle migliori – tutti questi infortuni sono ascrivibili solo alla sfiga nera? -, non c’è traccia della famosa “mentalità cadetta” ma soprattutto in questa squadra è assente, non pervenuta, la tanto sbandierata qualità che avrebbe dovuto consentire al Catania di “ammazzare” il campionato. Continuando così, invece di ammazzarlo, sto campionato, rischiamo seriamente il più classico dei suicidi calcistico-sportivi, altro che serie A.

La colpa non è di Sannino – a proposito, ora come la mettiamo, richiamiamo Pellegrino, ingaggiamo Sven Goran Eriksson o chiediamo alla federazione russa il condominio per Fabio Capello? – e in fondo non è nemmeno di questi quattro (o meglio otto/dieci) ragazzotti improvvisati, spauriti, esitanti che scendono in campo la domenica rappresentando nel peggiore dei modi una maglia, una storia, una tradizione, un’intera città.

La colpa è di chi li ha portati qui, di chi li ha ingaggiati per vincere il campionato spacciandoli per fuoriclasse, di chi ha pensato di insistere su un progetto fallimentare, riproponendolo nuovamente – perseverare est diabolicum – ai quei poveri 10.000 abbonati e a tutti coloro, e siamo molti di più,  che trepidano e si commuovono alla vista del rossoazzurro. Se non si prende atto dell’ennesimo FALLIMENTO, (e siamo a DUE), e non si scende brutalmente coi piedi per terra in tempo reale, se non si prendono immediati e seri provvedimenti – tra questi, LETO A CASA -, si rischia seriamente, la storia ci è maestra, di cadere rovinosamente ancora più giù.

A meno di non voler per l’ennesima volta credere, alle fatine che cambieranno il destino con una pozione magica, agli elefanti volanti (magari), alle illusorie oudinistiche tesi di chi predica calma, di chi parla di ripresa, rimonta, sfiga, infortuni, mentalità, devono entrare in condizione, non sono abituati a queste categorie, a gennaio compriamo Messi e Crisiano Ronaldo e via menate discorrendo.

Questa squadra è scarsa, Sannino non è riuscito nel miracolo, il morale è a pezzi, il Catania annaspa, la piazza è giustamente incazzata, la serie A in questo momento un miraggio o una bestemmia, fate voi. E ora che si fa?

La risposta del massimo responsabile del sodalizio, Nino Pulvirenti, chiamato a spiegare come quando e perché, sinceramente lascia il tempo che trova. Riteniamo non sia un reato dire quello che si pensa, e che purtroppo corrisponde a dati di fatto inconfutabili, incontrovertibili e impietosamente sotto gli occhi di tutti. Tutti noi vogliamo la serie A, la vogliamo e la invoca a gran voce tutta la città proprio come la vuole fortemente la società calcio Catania: ma una cosa è il desiderio frutto di amore viscerale, altro e la cruda, sacrosanta verità. Per ora purtroppo negativa, fallimentare, disastrosa.

Nel frattempo, forza Ternana (se i rossoverdi non fanno punti nel recupero contro l’Entella, finiamo tragicamente ultimi in compagnia del Crotone, incredibile ma vero) e forza Catania, da La Spezia incomincia un altro campionato? (speriamo di si).

 

 

 

 

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Redazione Iene Siciliane

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