Giorni fa abbiamo appreso dalla cronaca che la nostra città ha raggiunto e mantenuto saldamente il primato, nella quale si paga la tassa sui rifiuti più alta d’Italia. Questo primato va opportunamente segnalato, anche grazie agli abitanti di questa città (non tutti per fortuna) ce lo siamo scientemente guadagnato e “difeso” strenuamente. Questo problema è tale, […]
“Sport Marcio”, bufera sul Calcio Catania! Angelo Attaguile rilancia la sua proposta di legge: “limite del 30% alle quote sociali detenibili dallo stesso soggetto. I tifosi parte attiva delle società”.
Pubblicato il 23 Giugno 2015
“Nelle società sportive costituite nella forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata non dovrebbe essere consentito allo stesso soggetto, o comunque a soggetti a questo collegabili, l’intestazione di un numero di azioni o di quote che superi il 30 per cento del capitale sociale”.
Nel giorno della bufera giudiziaria che si è abbattuta sul Catania calcio, Angelo Attaguile, parlamentare nazionale ma anche presidente onorario a vita del Calcio Catania, rilancia la proposta di legge di cui è primo firmatario insieme all’on. Giancarlo Giorgetti, depositata già da un anno alla Camera dei deputati, volta a modificare l’articolo 10 della legge 23 marzo 1981, n. 91, in materia di proprietà e organizzazione delle società sportive professionistiche. Una proposta di legge sottoscritta anche da tutti gli altri deputati della Lega Nord/Noi con Salvini.
Un sistema già adottato con successo da paesi come la Spagna e la Germania che consente peraltro una partecipazione responsabile della tifoseria nella gestione del club. “La nostra proposta di legge prevede peraltro che negli statuti delle società sportive – aggiunge l’on. Angelo Attaguile – debba essere previsto un organo consultivo, il cui parere è obbligatorio ma non vincolante, al quale sottoporre preventivamente i bilanci e al quale presentare il programma annuale della programmazione sportiva. Un organo formato da un minimo di 100 a un massimo di 1.000 persone elette ogni anno dagli abbonati alla società sportiva con sistema elettronico in base a un apposito regolamento approvato dal consiglio di amministrazione della stessa società. Un’ulteriore quota di membri, pari al 10 per cento di quelli elettivi, proponiamo venga nominata, per un periodo di tre anni, dal medesimo consiglio di amministrazione tra i dirigenti e gli atleti della società sportiva che si sono distinti per attaccamento ai colori sociali. L’organo consultivo potrà elegge a maggioranza tra i propri membri il presidente che può partecipare, in qualità di osservatore, alle riunioni degli organi sociali della società sportiva”.
“Il primo obiettivo – aggiunge l’on. Angelo Attaguile – è quello di garantire una maggiore responsabilizzazione dei tifosi e un aumento delle possibilità di afflusso di nuovi capitali in favore delle società sportive, ma soprattutto una maggiore trasparenza nell’impiego delle enormi risorse che, specie i grandi club muovono. Un motivo strutturale nel quale può individuarsi l’origine della crisi italiana è quello che le società sportive sono divenute soggetti giuridici economici e, quindi, bene esclusivo dei «proprietari», togliendo ai tifosi ogni ruolo e ogni responsabilità”.
Per Angelo Attaguile si tratta di una “follia tutta italiana figlia di una normativa opposta a quella spagnola che consente alla squadra del Barcellona (e non a caso con i risultati che ottiene) di essere di proprietà dei propri tifosi (170.000 soci) o a quella tedesca che proibisce a un singolo socio di detenere fino al 30 per cento”.
“Anche per il calcio occorre che il Parlamento proceda a una riforma che consenta di riportare la tifoseria a sentirsi corresponsabile nelle scelte, fatto indispensabile se si vogliono assicurare bilanci equilibrati e se si vogliono evitare le spese folli che rendono negativi la maggior parte dei medesimi bilanci. È molto probabile che togliere un «padrone» alle società sportive porterebbe diversi vantaggi: la riduzione dei costi di gestione relativi ai soggetti che controllano la società, il rispetto per il tifoso e, parallelamente, il rispetto dello stesso tifoso per tutti i beni e gli interessi della società che sentirebbe come propri e rispetto ai quali assumerebbe un atteggiamento di protezione e di tutela”.
Segue proposta di legge:
PROPOSTA DI LEGGE
__
ART. 1.
1. Dopo il sesto comma dell’articolo
10 della legge 23 marzo 1981, n. 91, e
successive modificazioni, sono inseriti i
seguenti:
« Nelle società sportive costituite nella
forma di società per azioni o di società
a responsabilità limitata non può essere
intestato allo stesso soggetto, o comunque
a soggetti a questo collegabili, un numero
di azioni o di quote che superi il 30 per
cento del capitale sociale. In deroga alla
normativa vigente in materia di società di
capitali, è altresì proibito ogni patto parasociale
che determini direttamente o
indirettamente il controllo della società
Negli statuti delle società sportive deve
essere previsto un organo consultivo,
il cui parere è obbligatorio ma non
vincolante, al quale sono sottoposti preventivamente
i bilanci e al quale è presentato
il programma annuale della programmazione
sportiva. L’organo deve essere
formato da un minimo di 100 a un
massimo di 1.000 persone elette ogni
anno dagli abbonati alla società sportiva
con sistema elettronico in base a un
apposito regolamento approvato dal consiglio
di amministrazione della stessa società.
Un’ulteriore quota di membri, pari
al 10 per cento di quelli elettivi, è
nominata, per un periodo di tre anni, dal
medesimo consiglio di amministrazione
tra i dirigenti e gli atleti della società
sportiva che si sono distinti per attaccamento
ai colori sociali. L’organo consultivo
elegge a maggioranza tra i propri
membri il presidente che può partecipare,
in qualità di osservatore, alle riunioni
degli organi sociali della società
sportiva ».
ART. 2.
1. Le società sportive professionistiche
devono adeguare il proprio assetto societario
alle disposizioni di cui all’articolo 1
entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge. In caso di
inadempienza, l’organismo federale competente
provvede alla nomina di un commissario
per ogni società con il compito di
procedere all’adeguamento entro tre mesi
dal suo insediamento.
Lascia un commento