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Sport: noi siamo il Calcio Catania, non dimentichiamolo. Mai
Pubblicato il 07 Giugno 2014
di ARISTOTÈLES
Tra poche ore parte il mondiale, ma l’Italietta ammirata – si fa per dire- l’altra sera contro il modestissimo Lussemburgo non promette niente di buono, altro che finale. Solo una buona dose di coraggio, misto a spregiudicatezza e un pizzico di sana incoscienza calcistica potrebbero salvarci dal solito mesto, sofferto cammino cui gli azzurri ci hanno abituato negli ultimi anni: è una bestemmia pensare di schierare contemporaneamente Cerci Insigne e Immobile, classe freschezza e gioventù al potere, piuttosto che insistere coi triti e ritriti Cassano e Balotelli? Riuscirà Prandelli a stupirci con effetti speciali? Mah, ne dubito, lo scopriremo solo vivendo, nel frattempo diamo un’occhiata alle cose di casa nostra:quella rossoazzurra per intenderci.
Bene la conferma di Maurizio Pellegrino, ragazzo serio, preparato, gran motivatore parecchio sfortunato finora, merita una chance, se l’è guadagnata ma per favore, non partiamo col piede sbagliato: o gli diamo fiducia incondizionata e lo mettiamo in condizione di ammazzare il campionato, o rischiamo seriamente di perdere e bruciare un’altra stagione.
Quindi lasciamolo lavorare, non mettiamolo sotto pressione, non prefiguriamo tutoraggi o peggio improbabili salvatori della patria da interpellare nel caso di partenze stentate, per carità, Pellegrino basta e avanza. “Assupecchia” oserei, se la societá rompe gli indugi e ci fa finalmente capire (prima dei mondiali del Qatar 2022 possibilmente) che tipo di campionato intende disputare, quali sono i programmi nel breve e medio periodo, se e quali sono le nuove strategie e/o sinergie (vedi Gea World) del pianeta rossoazzurro, quali le reali intenzioni e i tempi di realizzazione del nuovo stadio, insomma a noi piacerebbero patti chiari e amicizia, lunga, duratura, infinita. Conditio sine qua non, un campionato da “la capolista se ne va”, di quelli da corazzata da battere costruita per tempo con testa, cuore ma sopratutto mano generosa al portafoglio, sguardo vigile e lungimirante e zero esperimenti. Quindi, speriamo sotto l’ombrellone di non sfogliare le solite margherite appassite (dal caldo) Piovaccari si, Cacia no, Ardemagni si, Pavoletti no. Si confermino uomini disposti a sputare l’anima per la nostra maglia, non si “tarpino le ali” ai più gettonati (lasciateli partire, non sia mai…) si acquisti gente seria, giovane, motivata e possibilmente di categoria e, naturalmente si prendano DUE BOMBER di razza, tipo Ardemagni e Pavoletti ad esempio, insomma una coppia da 38/40 gol senza la quale “non cce trippa ppe gatti” a meno che non si voglia passare dalle forche caudine dei playoff.
Noi siamo il Calcio Catania, è bene non dimenticarlo mai, e fra due anni vorremmo rigiocare il derby, in serie A con il Palermo naturalmente.
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